Gattari da legare: Ritratto di signora con gatti
I gatti combinano guai, e ai padroni vengono le rughe.
Negli ultimi tempi, mi è capitato di pensare a me come a un ritratto: non vi sto parlando delle eleganti anche se opprimenti atmosfere di James, ma delle cupe vicissitudini del Dorian Gray di Wilde. Io sono per i miei gatti quello che il famigerato ritratto era per il giovane Gray: più loro sono magnifici e commettono nefandezze di ogni tipo, più io invecchio e porto i segni delle loro malefatte.
Oggi, ad esempio, avevo messo in guardia due di loro dal cedere all’istinto della caccia uccidendo un passerotto: “provateci, e quella sarà la vostra cena”. Loro mi hanno guardata con occhi socchiusi, e hanno continuato la caccia ignorandomi. Rientrata, ho scoperto un capello bianco. Ora, io non credo che in 3 minuti spunti un capello bianco e cresca di 8 centimetri, ma ero così presa dalla coincidenza dal non pensare a simili piccolezze. Quando trovai uno dei cuccioli che usava un topino mezzo mangiucchiato come guanciale, dormendo il sonno dei giusti, indietreggiai inorridita; la sera, avrei scoperto una piccola ruga vicino alla bocca.
L’amoralità degli animali non ha nulla a che vedere con l’immoralità degli umani eppure, quei piccoli dandies che vivono nella loro perfezione l’ideale estetico del caro Wilde, mi fanno sentire a disagio, a volte. Quando mi guardano, mi sento realmente colpevole di qualcosa: ammazzano un animaletto? Capello bianco. Distruggono le radici di una pianta eletta a loro toilette? Ruga.
L’assenza di qualunque rimorso e la totale assenza di finzione da parte loro (sì, i gatti non fingono, lo dice Lorenz. Quando ci conviene noi gattari abbiamo sempre la citazione pronta), fa sì che incarnino un esempio di edonismo irragiungibile, per noi. Mi viene in mente una frase di un film: interrogato su di un “essere”, uno dei protagonisti diceva: “Ammiro la sua purezza”. Ah, il film era Alien e, per chi non lo ricordasse, l’essere in questione era una bavosissimo predatore con tanti denti e acido al posto del sangue. Un cucciolone.
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