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Gattari da legare: Raffigurazioni della divinità

Sembra una cosa inevitabile: se hai un animale in carne e ossa, la tua casa sarà piena di raffigurazioni pittoriche o tridimensionali del quadrupede.

Gattari da legare: Raffigurazioni della divinità

I tuoi amici, per il compleanno o per Natale, ti regaleranno ogni genere di gadget col tuo peloso preferito, con grande soddisfazione e minimo sforzo: “Graziella è una gattara. Apprezzerà questo servizio da caffè per sei con cuccioli di persiano”. E non sto scherzando: il servizio ce l’ho sul serio. Il fatto è che, dopo un po’, la cosa ti prende la mano, e il frigorifero si riempie di magneti con raffigurazioni di Bastet.

A un certo punto, ti rendi conto che nel tuo studio decine di Maneki-neko ti osservano, e che nella tua libreria ci sono più libri sui gatti che narrativa. Se esci a fare la spesa, ogni tua shopper avrà un gatto stampato e, puntualmente, i manici si impiglieranno nella coda dei tuoi charms. A forma di gatto, ovviamente. Ma il regno felino si manifesta soprattutto di notte: quale gattara non ha il cassetto pieno di improbabili pigiami con gatti che dormono/giocano/fanno profferte d’amore a chi lo indossa? Io ne ho anche uno con un gatto che fa una dichiarazione d’amore a un pesce. A mia figlia piace molto, ma devo essere uno spettacolo sinistro quando mi sveglio assonnata, truce, silenziosa e mi aggiro per casa con un gatto che bacia un pesce sotto la scritta “strange love”. Una dichiarazione di apertura e tolleranza da una che la mattina risponde ringhiando a ogni “buongiorno”. Anzi, soffiando.

La situazione è peggiorata proprio con la nascita di mia figlia: penso che nessuno oserebbe regalarle una maglietta con un cane. In compenso, ha tutine “feline”, set per la pappa felini, gattini di peluche, gatti parlanti, gatti miagolanti. A fatica le sto insegnando che i cani fanno “bau”: sa fare il verso di cavalli, mucche e persino gorilla, ma se vede un cane di taglia medio- piccola fa “miiià”. Nulla da fare. Al papà piacciono i cani, ma nessuno le regala un pupazzo a forma di cane (a parte la nonna paterna): penso che i nostri amici temano un’occhiataccia. Che poi, diciamocelo: a me che cosa cambia se la bambina continua a indicare cani facendo “miiiià”? Brava figlia mia, fai “miiià”, che amare i cani è umano, amare i gatti è divino.

Foto | Flickr

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