Gattari da legare: Pulizie di primavera, d’estate, d’autunno e d’inverno
Per le persone normali, il periodo pasquale è caratterizzato dalle pulizie di primavera. Per il gattaro, Pasqua, Natale e Ferragosto si equivalgono: qualunque sia la stagione, ogni giorno è caratterizzato da pulizie straordinarie.Il tempo trascorso a sbattere cuscini ogni mattina per liberarli dai peli non lo calcolo per timore: avete presenti quelle statistiche del tipo […]
Per le persone normali, il periodo pasquale è caratterizzato dalle pulizie di primavera. Per il gattaro, Pasqua, Natale e Ferragosto si equivalgono: qualunque sia la stagione, ogni giorno è caratterizzato da pulizie straordinarie.
Il tempo trascorso a sbattere cuscini ogni mattina per liberarli dai peli non lo calcolo per timore: avete presenti quelle statistiche del tipo “l’Italiano medio passa in coda mediamente due anni della propria vita”? Ecco, io non voglio scoprire di dover rimpiangere gli ingorghi a croce uncinata. Il perché poi la maggior parte dei gattari si ostini a tenere sui divani campi sterminati di cuscini è spiegabile col nostro masochismo. Il gatto, infatti, deve sentirsi libero di dormire su, tra, sotto e a fianco di morbidi guanciali, che dopo 5 minuti verranno abbandonati a favore delle nostre gambe.
I tappeti sono un caso a parte: i gatti li amano particolarmente per fare surf, e oltre ai peli si dovranno raccogliere brandelli e sfilacci di lana o cotone dei mutilati complementi d’arredo. Ogni finestra pulita, poi, dovrà essere marchiata con una zampata, che il gattaro osserverà commosso, contando i segni di quei teneri polpastrelli che gli stanno rubando la gioventù.
Peli nei libri, nei bicchieri, nel barattolo di crema idratante; impronte sui tavoli, sulle poltrone e a due metri d’altezza. Resta proverbiale, infatti, quella zampetta sul soffitto della mia camera da letto, in una zona dove, apparentemente, non c’erano superfici sulle quali salire. Apparentemente: la mia gatta saliva sulla libreria, da là saltava sul taglio della porta quando era aperta, faceva un giro e tornava indietro, dopo aver messo la firma. E io che pensavo levitasse, quella santa figliola!
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