Petsblog Gattari da legare: Prigioniere in casa

Gattari da legare: Prigioniere in casa

Solite cose da vacanze: casa di mia madre, gatti ovunque, mia figlia deliziata.

Gattari da legare: Prigioniere in casa

Mia madre, siccome i gattari non vanno mai da soli, ha acquistato anni fa casa senza sapere di avere una colonia già stabile a poche decine di metri. Io penso che il suo subconscio l’avesse avvisata. La colonia preesistente godeva (e gode) dell’ospitalità di un piccolo fabbricato apposito, con cucce e giacigli vari. Il ragazzo che se ne occupa, forse, è stato un po’ distratto dalle feste, e di mattina è venuto più tardi del solito a dar da mangiare ai pelosetti che, naturalmente, non sono stati lì ad aspettarlo.

E, così, ogni mattina ci alzavamo, aprivamo la porta e ci trovavamo sommerse da gatti sconosciuti e affamati. Perché aspettare il gattaro ufficiale quando c’è quello sostitutivo? E via con chili di croccantini, rovesciati in fretta e furia ovunque, nel tentativo di liberarsi dagli assalitori. I gatti di mia madre erano molto irritati dalla situazione, e ci hanno guardati in gattesco per tutta la durata delle feste. Inoltre, la decana severissima delle nostre gatte di casa ha litigato con un paio di ospiti che, incredibilmente, hanno avuto la meglio, asportandole chirurgicamente un bel mucchietto di peli.

Ciò ha segnato l’inizio delle ostilità da parte di mia madre: non verso i gatti, ovviamente, ma verso il gattaro. Mia madre è una persona in grado di raggiungere altissime vette di pedanteria e “cazzimma”. Ogni giorno partiva la stessa cortese telefonata: “Pronto? I tuoi gatti sono davanti casa mia e aggrediscono i miei. Ti aspettiamo”. Non contenta, se il ragazzo continuava a tardare, la simpatica signora si presentava al suo posto di lavoro. Tranquilla, sorridente, glaciale. “Ti aspettiamo”. Alla fine, lui nemmeno rispondeva più al telefono, ma dopo due minuti si sentiva la sua auto che arrivava.

Che ve lo dico a fare: i gatti ospiti erano già stati sfamati, perché “poverini, mica possono aspettare… E poi un paio sono così carini e affettuosi!”, ma l’importante era fingere che stessero morendo di fame. Gioco che reggevano perfettamente, visto che, con l’arrivo del gattaro ufficiale, rimangiavano come se non ci fosse un domani e come se non avessero fatto fuori un chilo di croccantini mezz’ora prima. Anche perché, al di là della vocazione della mia famiglia, non dare loro da mangiare sarebbe stato realmente impossibile, a meno di restare chiuse in casa: sbirciando dalla finestra, ci si sentiva in un film di Romero, assediati da creature fameliche. “Ci sono?” “Sì” “Quanti?” “Saranno 15” “Prendi la busta dei croccantini e tieniti pronta”.

Foto | Flickr

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