Gattari da legare: Noi, zitelle dentro
In televisione e al cinema, spesso, donne e gatti sono un binomio rappresentato per lo più in modo poco lusinghiero. Chi segue i Simpson avrà una certa familiarità con la maestra di Bart, donna alla perenne ricerca di un amore e con tendenza all’alcolismo. La signorina Caprapall ha un gatto. Nella stessa serie, c’è un […]
In televisione e al cinema, spesso, donne e gatti sono un binomio rappresentato per lo più in modo poco lusinghiero. Chi segue i Simpson avrà una certa familiarità con la maestra di Bart, donna alla perenne ricerca di un amore e con tendenza all’alcolismo. La signorina Caprapall ha un gatto. Nella stessa serie, c’è un personaggio un po’ sopra le righe, sempre scarmigliata e dall’aspetto di una senzatetto, la signorina Eleanor Abernathy. Tale personaggio è conosciuto anche come “la gattara”…
Nel film “Batman Returns” Michelle Pfeiffer, prima di trasformarsi in Catwoman, ha solo la sua gatta ad accoglierla la sera dopo il lavoro, mentre ricorderete un’ossessionata e sfatta Goldie Hawn ne “La morte ti fa bella”, mentre si abbuffa in poltrona, sola e derelitta, circondata dai gatti. In “Colazione da Tiffany”, Holly Golightly dà saltuaria ospitalità e cibo a un gatto, al quale si rifiuta persino di dare un nome, in ossequio al proprio rifiuto di avere legami (attenzione: nel film Holly recupera e tiene con sé il gatto, ma nel libro il micio troverà ospitalità in un’altra famiglia).
Negli Stati Uniti in pratica, se siete donne sole e malinconiche, dovete avere un gatto. Le superdonne alte, belle, manager e con l’agenda piena hanno un cane, che portano quando vanno a fare jogging nel parco; le tristi, fallite, solitarie insegnanti e segretarie hanno un gatto. E un bicchiere in mano.
Eppure, i conti non mi tornano: nell’immaginario collettivo, il gatto rappresenta l’indipendenza, non la solitudine. La donna impegnatissima e in carriera non dovrebbe avere un cane, ma un gatto che ne rappresenti l’autosufficienza: il cane non sarebbe, quindi, che un’estensione del proprio controllo su tutto. Allora, dobbiamo cercare da un’altra parte: mi viene il dubbio che, un animale poco “inquadrato” come il gatto, rappresenti in realtà una minaccia, se così si può dire, all’ordine sociale prestabilito, esattamente come sono una minaccia le donne che non accettano la trafila matrimonio-figli.
Una single, nel XXI secolo, è ancora qualcosa di inspiegabile e misterioso, esattamente come l’animale che l’accompagna nei film e nei cartoni animati. Forse le donne single statunitensi realizzate e con cane si sentono più sole delle loro connazionali zitelle e gattare, e sognano un marito che porti loro le pantofole.
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