Gattari da legare: Musetti, vibrisse e afrori
Il gattaro si sveglia quasi sempre allo stesso modo.
Siete nel meglio del sonno. A un certo punto, iniziate a sognare cose strane: capelli davanti al viso che non riuscite a scostare, sciarpe invadenti e il mare. Una fredda mattina d’inverno al mare? Non proprio. La sciarpa stringe sempre di più, l’odore del mare è chiaramente identificabile con la puzza del merluzzo del giorno prima, e i capelli iniziano a soffocarvi. Aprite gli occhi: è lui che vi sta annusando il naso e le labbra e vi conficca le zampette nello sterno.
“Che vuoi? Sai che ore sono?”, pronunciate con gli occhi strabici a furia di guardare quel muso a due millimetri dal vostro. Lui cercherà di confondervi con una leccata sul naso, e voi vi chiederete perché non potete avere un gatto vegetariano. Quel sentore di merluzzo è troppo, appena svegli.
Travolti da queste effusioni mattutine, vi fate prendere da un raptus: “Vieni, che ti coccolo un po’!”. Ma lui salta giù e, dalla soglia, vi miagola chiaramente “Non farti illusioni. Alzati, che ho fame”. Ti amo, sono in tuo potere. Maltrattami pure. Vuoi del merluzzo?
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