Petsblog Novità Informazione Gattari da legare: Luciano Onder, la toxoplasmosi e una gattara arrabbiata

Gattari da legare: Luciano Onder, la toxoplasmosi e una gattara arrabbiata

Qualcuno dei nostri lettori più affezionati penserà che io stia cominciando a ripetermi. E ha ragione.

Gattari da legare: Luciano Onder, la toxoplasmosi e una gattara arrabbiata

Faccio un breve riassunto: sono una gattara, da più generazioni ci prendiamo cura di colonie feline, non ho gli anticorpi per la toxoplasmosi e, da qualche mese, sono diventata mamma. Luciano Onder ha parlato recentemente del rischio toxoplasmosi in gravidanza, e lo ha fatto nel modo sbagliato: per lui, cani e gatti vanno allontanati da casa dal momento in cui si programma la gravidanza fino alla nascita del bambino e oltre.

Non sto qui a raccontarvi di quanto sia difficile contrarre la toxoplasmosi dai gatti, le nostre veterinarie lo hanno più volte spiegato: per contrarla vi ci dovete mettere d’impegno, trovare un gatto malato in quel paio di settimane in cui è contagioso, conservarvi le sue feci per un paio di giorni e leccarle. Il contagio per mezzo dei cani, poi, è stato egregiamente spiegato dalla nostra Dottoressa Chimera:

Una domanda che mi viene posta di frequente è: ‘Posso prendere la toxoplasmosi dal mio cane?’ e la risposta è ‘Sì, ma solo se lo mangi crudo’.

Quello di cui voglio parlarvi è il senso di responsabilità: sono incinta, ho potere di vita e di morte sul feto, con i miei comportamenti influisco in tempo reale sulla salute e sul corretto sviluppo di mio figlio. Chi pensa che gli farei del male preferendo un gatto a lui ha dei problemi gravissimi. Ma la responsabilità, essendo io una persona adulta, non l’ho solo nei confronti del bambino, che ho deciso o meno di avere ma che adesso aspetto: la responsabilità ce l’ho anche nei confronti dell’animale che ho deciso di adottare. Se ho il timore di mettere a rischio il bambino, chiedo a un veterinario o a un medico, non scelgo di abbandonare o mettere “in pensione” l’animale. O, perché no, abbandonarlo. Tanto, le associazioni di volontari animalisti sono tante e non hanno nulla da fare che salvare i gatti abbandonati, no?

Quello che non capisco è l’ossessione dell’italiano medio per i feti altrui: il 99% delle persone che sapeva che ero incinta (e gattara) mi chiedeva: “ma i gatti?”. I gatti? I gatti stanno con me. Non ho l’abitudine di leccarli o di rotolarmi tra le loro feci vecchie di un paio di giorni, non vi preoccupate. Eppure, quest’ossessione per le pance degli altri non mi è sembrata altrettanto presente mentre caricavo pesanti buste della spesa (solo una commessa del supermercato, vedendomi, mi disse di sedermi, che mi avrebbe aiutata lei), o mentre aspettavo il mio turno dal medico (un ragazzo solamente, in nove mesi, mi fece passare avanti invitando gli altri a fare lo stesso. Invito ignorato). Eppure la sala d’aspetto di un medico, in pieno inverno e con porte e finestre chiuse, è un ricettacolo malefico di germi.

Nessuno che mi chiedesse “ma gli anticorpi per il citomegalovirus li hai?”. Cosa avrei dovuto fare, se non li avessi avuti? Chiudermi in una stanza perfettamente sterile? Mettere “in pensione” il mio compagno perché poteva contrarre il virus e passarmelo? E chi non ha anticorpi per il citomegalovirus, o la rosolia, ma ha già un altro bambino? I bambini sono terribili, prendono di tutto! Alla seconda gravidanza metto “in pensione” anche la mia primogenita?

Probabilmente sono stata fortunata a non contrarre nulla. Ma sicuramente sono stata attenta. Ho preso tutte le precauzioni, soprattutto perché i miei gatti hanno accesso all’esterno e cacciano piccole prede mangiandole, quindi sono la categoria di gatti che più è esposta al contagio. Perché, allora, quest’ossessione e questi pregiudizi verso i gatti? La risposta è semplicissima e sa di retorica femminista: metti una categoria ritenuta debole, le donne. Aggiungi un bel bimbo in pancia, che fa tanto quadretto di donna realizzata e che ha trovato il senso della sua misera vita. Mischia con un animale sconosciuto e inviso ai più, metti un pizzico di conoscenze mediche maccheroniche, un po’ di paternalismo, un po’ di ipocrita “mi interesso a tuo figlio finché non devo cederti il posto in autobus” e abbiamo fatto. Sei pronta per abbandonare in mezzo alla strada il tuo gatto per paura della toxoplasmosi, che verosimilmente contrarrai dalla verdura lavata male, assieme alla listeriosi.

Foto | Flickr

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