Gattari da legare: La gatta ladra
Dove sono nata, si dice che "la jatta è mariola", una variante della famosa occasione che rende l'uomo ladro.
Per quanto difenda strenuamente il buon nome dei gatti, devo ammettere che l’istinto del predatore viene esercitato anche nei confronti di prede morte, cucinate e condite. Mio padre, amante dei gatti anche se ci rimprovera sempre un eccessivo attaccamento ai nostri bimbi pelosi, ha trascorso i primi anni dell’infanzia durante la guerra. Il suo primo incontro con un gatto fu proprio allora: il micio, più affamato di lui, gli rubò al volo la merenda che aveva in mano. Nonostante ciò, ricorda l’avvenimento sorridendo.
Mia madre, invece, sembra rimuovere giorno per giorno tutti i furti culinari dei nostri gatti, ostinandosi a lasciare cibi incustoditi: “ma vi pare che rubano una salsiccia mentre è sul fuoco?”, dimenticando tutte le volte in cui abbiamo visto un gatto col naso ancora sfrigolante correre per casa con una fila di salsicce in bocca. Dal salame incautamente appeso ad asciugare in cucina sono passati vent’anni: va bene, era a due metri d’altezza. È vero, era mordicchiato solo nella parte inferiore. E sì, eravamo giovani e ingenue ma… avremo imparato qualcosa, no?
Con uno scippo degno del borseggiatore più scaltro mi fu scippata molto tempo fa una polpetta di mano: mancava solo il rombo del motorino e poi mi sarei sentita in una brutta fiction su Napoli. L’apertura di un contenitore ermetico con del merluzzo, che chissà quanto tempo avrà richiesto alla solita ignota, ci lasciò stupefatte e quasi ammirate, mentre il salto da un muro alto due metri e mezzo direttamente nella scodella che avevo in mano lasciò me e l’atleta peloso ricoperti di puzzolente cibo. Colpa mia: mi attardai a parlare con una vicina e un gatto della colonia cercò in tutti i modi di farmi capire che avrei fatto meglio a distribuire il pranzo. Alla fine, ricorse alle maniere forti atterrando su di me.
Le volte in cui ci sono state sottratte con destrezza pietanze dai piatti e dalle pentole sono innumerevoli. Ma sapete qual è la cosa tragica? Non riusciamo a rimproverare veramente i gatti: restiamo sempre affascinate e ammirate, in fondo. Sono dei mascalzoni, e noi siamo come liceali infatuate del bellimbusto di turno.
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