Petsblog Gattari da legare: Il tuo cane ce l’ha l’account?

Gattari da legare: Il tuo cane ce l’ha l’account?

L'esplosione degli account "animaleschi" sui social networks.

Gattari da legare: Il tuo cane ce l’ha l’account?

Il 26 agosto negli Stati Uniti è stata la giornata nazionale del cane. Il pretesto della festa serve in realtà a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle adozioni e sul supporto ai rifugi per animali. Aspettando la giornata del gatto, che in Nord America viene festeggiata il 29 ottobre, ho dato un’occhiata in giro; se già mi ero accorta della massiccia presenza di animali domestici su Flickr, quello che mi ha lasciato senza parole è l’invasione di account “animaleschi” su Instagram.

Su Facebook molte persone si celano dietro i nomi e le fattezze dei propri animali domestici, ma qui siamo di fronte a cani che postano le proprie foto con tanto di didascalie! Non so come prenderla: sono sempre stata molto parca di foto dei miei animali. Forse è perché ne ho avuti tanti, spesso malconci, che non hanno avuto una vita lunghissima: creare per loro un account su un social network sarebbe stato come assistere a uno di quei documentari in cui vi presentano l’animale da piccolo, ve lo fanno seguire in tutta la sua giovinezza, vi ci fanno affezionare e poi zac! Animale morto di stenti o ammazzato da qualche predatore. Una cattiveria.

Su Instagram c’è un cane giapponese con 50000 followers. Poi ci sono i cani di celebrità a me del tutto sconosciute, che mi guardo bene non solo dal criticare ma anche solo dal nominare, visto che i loro fans tredicenni sono scatenati e cattivissimi. Ricordo che 3 o 4 anni fa andava di moda per persone famose o presunte tali farsi seguire e fotografare in tutte le fasi della gravidanza: adesso bisogna sbaciucchiare un cane guardando l’obiettivo dello smartphone, con un braccio puntualmente assente perché le foto se le scattano da soli e devono mantenere l’apparecchio. Quanta tristezza che mi mettono le foto “autoscattate”! Anche quelle fatte con la webcam, non posso farci nulla: sono il paradigma della solitudine 2.0. Tenetene fuori gli animali, vi prego.

Foto | Flickr

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