Gattari da legare: Il maneki-neko, un gatto portafortuna
Il “maneki-neko”, che dovrebbe significare “gatto che chiama”, è un portafortuna giapponese che si è diffuso anche in Cina. Ecco la sua storia.
Oggi un gatto mi ha sorpreso con un gesto che mi sembrava familiare: stava seduto, con una zampetta alzata e poggiata al vetro della finestra. Anche se la nostra esperta di Giappone è Valeria, ho riconosciuto quell’immagine: mi ricordava il maneki-neko.
Il maneki-neko, che dovrebbe significare “gatto che chiama”, è un portafortuna giapponese che si è diffuso anche in Cina. Si tratta della statuetta di un gattino con una zampa alzata, appunto, come in procinto di chiamare qualcuno con un cenno. Quest’immagine è presente soprattutto nelle attività commerciali, e viene ritenuta in grado di attirare clienti.
Secondo Katharine M. Rogers, nel suo “Storia sociale dei gatti”, la figura ha origine nel 1615: in un tempio oramai in rovina e abbandonato, viveva un unico monaco, in compagnia di un gatto che aveva salvato adottandolo. Un giorno il monaco si rivolse al gatto dicendogli che, pur non avendo colpa dell’essere solo un felino, se fosse stato un uomo avrebbe potuto aiutarlo nella manutenzione del luogo.
Di lì a poco, colti da una tempesta, un nobile e il suo seguito si rifugiarono nel tempio, attirati da un cenno della zampa del gattino. Impressionato sia dalle cattive condizioni del posto che dalla figura del monaco, il signore decise di fare dell’edificio il tempio di famiglia. Da allora, il tempio prosperò e i gatti furono i benvenuti.
Siccome ogni storia ha una morale, avrete capito quella di questa storia: salvate e adottate un gatto. Non potete sapere di quali mirabolanti cose sia capace per ringraziarvi.
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