Gattari da legare: Il lieto fine lo scriviamo noi
Dalle rovine possono nascere fiori.
Avete mai sentito parlare del gattaro di Aleppo? È un uomo uscito da una favola, un uomo che aiuta e accoglie gatti ad Aleppo, che li sfama e li cura come può. Alaa, questo è il nome del protagonista della favola, ha incontrato sulla sua strada una ragazza, Alessandra. Alessandra aveva appena perso il suo amato gatto, e ha usato questo suo dolore per tessere una rete che sostenesse Alaa e i suoi gatti. Gatti e non solo: il gruppo Facebook “Il gattaro di Aleppo” aiuta come può anche gli esseri umani, giusto per tranquillizzare quelli che “pensate agli animali e non vi interessano quei poveri bambini!” No, in questa favola ci sono anche i bambini: quelli che affidano il loro gatto alle mani amorevoli di Alaa prima di fuggire verso la Turchia, quelli che grazie a lui hanno un posto dove giocare e dimenticare le bombe.
Bene, oggi il rifugio è stato bombardato. Sono morti dei gatti e un cane. Anche la casa di Alaa è stata colpita, ma lui e la sua famiglia stanno bene. Noi lo sappiamo che questa non è la fine della favola. Le favole finiscono bene, perché la nostra coscienza ne ha bisogno. Quindi, Alaa ripartirà, ancora una volta: lui è l’eroe della storia, e Alessandra la fata madrina. Ma anche gli eroi e le fatine hanno bisogno di una mano. Sta arrivando Natale: non comprate schifezze che nessuno userà o apprezzerà. Compratevi un lavaggio di coscienza: aiutiamo il gattaro di Aleppo.
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