Gattari da legare: Il galateo del gattaro
Ho letto una notizia che mi ha lasciata perplessa: un giudice d'Appello ha ribaltato una precedente sentenza e ha dichiarato colpevole di molestia possessoria un gattaro che cura una colonia a Gaeta.
Il fatto è accaduto in un condominio: uno degli inquilini era esasperato dalle ciotole di cibo e dalle continue incursioni dei felini in casa, cosa che lo costringeva a tenere le finestre sbarrate. In mio possesso non ci sono molti più particolari di quelli che vi ho riferito ma, senza entrare nel merito della vicenda in sé,vorrei fare qualche riflessione su quanto accaduto. A una prima lettura, la notizia mi ha fatto sicuramente arrabbiare. Poi, però, ho cercato di mettermi nei panni dell’inquilino “molestato”, pur tenendo ben presente ciò che la legge prevede a tutela di colonie e gattari. Sono sicura che il gattaro in questione sappia fare il suo “mestiere” di zoofilo, e mi scuserà se prendo il suo caso come pretesto per parlare di chi, invece, questo “mestiere” lo fa con troppa leggerezza.
Mi capita spesso di camminare, da nord a sud, in città e campagna, e di imbattermi in scodelle con avanzi di cibo, frattaglie varie sparse per terra, tovaglioli accartocciati e nugoli di mosche. Non è un bello spettacolo: soprattutto d’estate è intollerabile, e non è buona norma lasciare in giro teste di pesce crudo per strada. Curare i randagi è sacrosanto, ignorare gli umani no. Un gattaro dovrebbe riuscire a trovare un angolo “neutro” per dare il cibo, evitando il tratto di strada sotto la finestra della cucina della vicina. Serve un posto il più lontano possibile e riparato, anche per evitare pericolosi arrembaggi alle scodelle da parte dei gatti con attraversamenti di strade trafficate. Il cibo secco sarebbe da preferire, soprattutto in estate. Le scodelle vanno rimosse e lavate subito e, se proprio si dà cibo umido, una tovaglietta in plastica, di quelle per la prima colazione, potrebbe limitare i danni da spargimento di cibo.
Anche le scodelle con l’acqua vanno lavate spesso, per evitare quell’effetto da stagno di campagna con alghe e piante acquatiche annesse: dobbiamo dissetare una colonia di gatti, non di libellule. Nella mia esperienza, un gatto tenta di entrare generalmente in casa di chi lo sfama: le incursioni fatte dove non è gradito sono dettate dalla curiosità (un profumo invitante) e sono sporadiche. Almeno per me è così: perché entrare nelle case vicine quando, col minimo sforzo, entrano nella mia e vengono sfamati e coccolati? Avere un ospite non gradito in casa è fastidiosissimo ma, mi dispiace, non c’è rimedio. Io odio le mosche e mi fanno ribrezzo, ma entrano nonostante le zanzariere. Gli escrementi di gatto, poi, non li trovi in giro come quelli dei cani. Se un gatto fa i suoi bisogni in bella vista, c’è un motivo specifico: a me è capitato con gatti che non stavano bene, gatti terrorizzati dall’attacco di altri gatti che, poverini, reagivano così per paura. Se il gatto dei vicini sporca i vostri vasi di fiori, fate prima a comprare delle reti da giardinaggio e coprire la terra, anziché rivolgervi a un avvocato. Ricordo nuovamente, poi, che la colonia va segnalata all’Asl e si deve procedere quanto prima con le sterilizzazioni.
Non so se questa vicenda avrà un seguito: mi sembra di capire che il gattaro abbia il divieto di dar da mangiare ai gatti in prossimità della casa, anche perché non mi sembra legale proibirgli del tutto di sfamare i mici. Altrimenti, come già fatto in passato, saliremo sui bastioni di Gaeta per difenderci. Sperando, stavolta, di vincere.
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