Gattari da legare: Il catwatching
I gatti vanno guardati, ammirati, adorati. Fin qui ci siamo.
Ma a un vero gattaro non basta: deve condividere con il mondo ciò che vede, ammira e adora. E, così, con mia madre e mia sorella facciamo telefonate nelle quali, anziché parlare di cose nostre, descriviamo le posizioni magnifiche che assumono i mici. Mici che, capendo che stiamo parlando di loro, si esibiscono in spettacoli deliziosi.
“Adesso Gatto 1 si è appoggiato con la testa sulla pancia di Gatto 2 e, con la zampina destra, provoca Gatto 3 che sta a pancia in su sotto il gazebo”. Si va avanti per ore, e alla fine la domanda è: “perché ti avevo chiamata? Dovevo dirti qualcosa…”. Sempre così. Che i gatti intercettino le nostre voci stupide e reagiscano arrotolandosi e stropicciandosi è sicuro, come è sicuro che chiunque non ami i gatti e ci senta resti perplesso.
Ciò che più è inquietante, e me ne rendo conto, è che i raptus coccolatori ci vengono anche a distanza: sentiamo le descrizioni di gatti a distanza di 600 km e dobbiamo trovare immediatamente un gatto sul quale sfogare l’impeto. A volte ci va di mezzo mia figlia, che gradisce essere presa, sbaciucchiata e sprimacciata quanto lo gradisce un gatto. Ma almeno non mi graffia.
Ma cosa avranno mai, i gatti, per bloccarci delle ore a guardarli? Sono divini. Qualunque gattaro, ogni giorno, passa lunghi minuti senza neanche accorgersene a guardarli: mentre dormono, mangiano, giocano, riescono a catalizzare la nostra attenzione, a rapirci. Perché delle persone si dedicano al birdwatching? Il catwatching dà molte più soddisfazioni, e lo puoi fare in casa e senza binocolo.
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