Petsblog Gattari da legare: E se ci prendessimo una vacanza?

Gattari da legare: E se ci prendessimo una vacanza?

Qualche giorno fa ho pubblicamente esposto una lista di miei desideri "a lunga scadenza".

Gattari da legare: E se ci prendessimo una vacanza?

Si tratta di tutto ciò che farò una volta che mia figlia sarà grande. Mi sono resa conto che, con pochissime differenze, è perfettamente adattabile a una mia ipotetica vita senza gatti. Naturalmente, la mia vita sarebbe inconcepibile senza prole né felini, ma sognare qualche giorno di vacanza non fa male a nessuno.

La vita della mia famiglia senza gatti avrebbe innanzitutto delle vere vacanze. Tutti insieme, senza turni: “dal 2 al 10 vado io, dall’11 al 21 vai tu, dal 22 al 31 tua sorella”. Perfino quando ho partorito i miei familiari sono venuti a scaglioni. A qualcuno è sembrato strano, a qualcun altro sarà apparso estremamente disdicevole. Ma ci siamo abituate e ci interessa relativamente: il privilegio di essere gattare è che la gente ti considera pazza a priori, puoi fare praticamente di tutto.

Senza gatti avremmo soprammobili ovunque e proveremmo l’ebbrezza di lasciare una torta sul piano della cucina. Chissà com’è, lasciare del cibo in giro… Appena sveglie andremmo a lavarci, non penseremmo prima a pulire la lettiera. Magari prenderemmo il caffè, invece di riempire ciotole di croccantini puzzolentissimi.

La prima frase pronunciata da mia madre sarebbe: “Buongiorno, hai dormito bene?”, non “Sai dov’è la spazzola per pulire i divani?” o “Sai cosa ho trovato stamattina?”. In giardino andremmo a mangiare un cornetto, non ad affacciarci al cancello per contare i gatti della colonia.

Al supermercato lo scaffale più importante e visitato sarebbe quello della frutta, non quello del cibo per animali. Scaffale dove, tra l’altro, si fanno interessanti incontri: più di una volta, afferrando un pacco, mi sono sentita osservata: “Salve, lei ha dei gatti? Io curo una colonia, i croccantini che sta prendendo lei sono buoni?”. E via a raccontare aneddoti e a far vedere foto dei propri “bimbi” sul cellulare. Nemmeno nei negozi di articoli per bambini si assiste a scene simili.

Quando cala il buio e arriva l’ora di andare a dormire, potremmo riposare muovendo addirittura le gambe. Dev’essere una bella sensazione. Come leggere un libro senza ospiti sulle pagine che ti impediscono di girarle. Dovrei fare un conto del tempo passato a dire ai miei gatti “vi togliete dal libro?”. Forse mi sarei laureata prima.

Eppure, dopo soli pochi ed euforici giorni senza mici, senza pensieri, senza costrizioni, senza la preoccupazione di tenere porte e finestre sbarrate per non far uscire i gatti, ci sentiamo “mutilate”. Ci manca qualcosa. Ci sentiamo sole. Andiamo al supermercato e guardiamo con nostalgia gli scaffali di cibo per animali, e cerchiamo lo sguardo delle gattare intente nella scelta del pacco perfetto. Vorremmo dirlo: “Sa, anche noi siamo gattare, ma siamo in vacanza”. Poi, dopo qualche giorno, torniamo a casa, e non vediamo l’ora di riabbracciare i nostri mici. Apriamo la porta e urliamo “Siamo tornate!”, piene di gioia. Nessuna risposta. Si vede un’ombra, una coda, che si ferma vicino alla ciotola vuota. “Ingrati, due feste potevate farmele. Andiamo, vi pulisco la lettiera e poi vi do da mangiare”.

Foto | Flickr

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