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Gattari da legare: Dimmi con chi mangi…

Oggi vorrei parlare con voi di un argomento che mi vede quasi sempre sconfitta: l'educazione dei gatti. In particolare, mi riferisco all'abitudine di dare del cibo al micio mentre si sta pranzando.

Gattari da legare: Dimmi con chi mangi…

Nel corso degli anni mi sono convinta che, con gli animali, si commettono gli stessi errori che si fanno coi figli: coi primi si è apparentemente più severi, ansiosi, ma allo stesso tempo li si vizia di più, perché non ci sono altri pretendenti alle attenzioni dei genitori. Avrete capito che non sono una primogenita: non iniziamo la strage dei secondogeniti con considerazioni del tipo “se non vi avessimo spianato noi la strada…”. Avete ragione voi.

Premesso che dare la coda alla vaccinara a un animale non è mai salutare, i nostri primi gatti avevano diritto a partecipare al pranzo: gli angoli del tavolo e di tutte le tovaglie portavano i segni degli artigli dei mici, che si stendevano alla ricerca di cibo alzandosi sulle zampe posteriori e reclamando il proprio boccone. Una di loro, se ignorata, faceva dei blitz fulminei sulla tavola apparecchiata. Così, per ricordarci chi era il capo.

La seconda generazione, invece, era un po’ più educata: non salti sulla tavola ma in braccio. La ruffianeria dei secondi, che adottano la linea morbida… La terza generazione invece, composta principalmente dai gatti della colonia, non ha molto interesse in ciò che accade a tavola: si introducono in casa con l’unico scopo di mangiare il cibo dei gatti casalinghi.

Coi gatti più insistenti, comunque, ho trovato un espediente a “efficacia limitata”. Quando cominciano a insistere, prendo il primo vegetale che trovo, dalla lattuga alla frutta, e gliela faccio annusare. Dopo un primo assalto all’insegna del “si mangia, ce l’ho fatta!”, il gatto si blocca perplesso e deluso. Poi un lampo attraversa i suoi occhi: ha capito che è un bluff, l’odore che sente non è di ravanelli, ma si ritira per un paio di minuti, cercando una nuova strategia.

Con i cani, invece, ho più volte assistito a scene strabilianti: Fido si avvicina ai commensali, il padrone dice “no!” e quello si allontana! Non salta in grembo né sulla tavola, accetta il divieto. Mi lasciano senza parole e, diciamolo, in vena di provocazioni e con voglia di litigare: chi di voi sopporta quelli che si defilano da una discussione con un “hai ragione tu”? La prossima volta che pranzerò con proprietari di cani mi doterò di bistecche da sventolare sotto al tavolo.

Foto | Flickr

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