Petsblog Senza categoria Gattari da legare: Cuccioli bipedi, cuccioli quadrupedi

Gattari da legare: Cuccioli bipedi, cuccioli quadrupedi

Qualche giorno fa il video del gattino che difendeva il piccolo padrone ha fatto il giro del mondo. Nessuna sorpresa per noi gattari, solo una conferma.

Gattari da legare: Cuccioli bipedi, cuccioli quadrupedi

Non che io sia mai stata difesa dai miei gatti, ma ho avuto la conferma che i gatti stupiscono sempre noi poveri mortali. Per esempio, nonostante mia figlia sia alquanto “espansiva” nei confronti dei mici (diciamo così), provando una vera e propria esaltazione alla loro vista, i gatti non solo non hanno mai reagito ai suoi assalti, ma l’hanno sempre evitata con grazia e pazienza, spostandosi il minimo indispensabile per non essere stritolati, abbracciati, sprimacciati e rivoltati come calzini. Piano piano, col passare del tempo, la piccola gattara sta imparando il modo corretto per avvicinarsi alle sfingi pelosette.

Che si rendano conto che la bimba è “una di famiglia”? Non lo so, ma una volta una delle mie gatte è stata afferrata da un bambino figlio di amici e si è vendicata su di me, graffiandomi senza pietà, anziché prendersela con il piccolo torturatore. E lui era sicuramente più a portata di zampa della sottoscritta. Ritrovo in loro la stessa rassegnata pazienza che hanno coi cuccioli: uno scapaccione ogni tanto se proprio esagerano, ma nessun gesto violento. Tenendo presente che un bambino è comunque più grande di un gatto medio, è ammirevole che i cuccioli bipedi vengano trattati con tanti riguardi.

A questo punto, però, diventa indispensabile placare l’entusiasmo dei bambini insegnando loro il modo corretto di avvicinarsi agli animali. Come? Col solito metodo da impiegare con i bambini: l’esempio. Anche quando i bambini sono troppo piccoli per fare con loro un ragionamento, l’esempio vale più di mille parole. Innanzitutto, i bambini devono entrare nell’ordine di idee che avvicinarsi a un gatto per fare le coccole deve essere un momento di relax, gratificante per entrambe le parti coinvolte. Se vedete vostro figlio troppo esagitato, dategli un pallone prima di farlo avvicinare a un gatto.

In secondo luogo, il bambino deve capire che, a volte, può essere bello anche solo osservare il micio: chi di noi non si è incantato a guardare un gatto che si pulisce in uno spicchio di sole o un cucciolo che gioca con una foglia? Certo, il bambino preferisce l’azione alla contemplazione, ma questo non è un buon motivo per giustificare i suoi assalti: dopotutto, non gli permettete di scagliarsi contro il televisore durante un cartone animato, no? Quindi può benissimo capire che per godere della compagnia di una animale non deve necessariamente tirargli la coda, cosa che anzi provocherebbe, nella migliore delle ipotesi, l’immediato dileguarsi dell’animale.

Infine, non giustificate un comportamento scorretto dei bambini dicendo “è piccolo, non capisce”. Capiscono eccome. Siamo noi che non capiamo loro. Un adulto che maltratta gli animali è generalmente figlio di persone completamente insensibili agli animali o di persone che, quando era piccolo, gli hanno lasciato tirare la coda al gatto: “è piccolo, non capisce”. Sì, però quando ti ha scaraventato quel bel piatto di porcellana per terra mandandolo in frantumi glielo hai fatto capire, che non avrebbe dovuto farlo.

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Foto | Flickr

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