Gattari da legare: Anno nuovo, nuovi arrivi
Dopo Capodanno, c'è la consueta conta dei danni agli animali.
Nonostante le campagne di sensibilizzazione contro i botti (e quest’anno, sui social network, gli inviti a non sparare botti erano tantissimi e corredati di foto più o meno ironiche o minacciose), l’italiano medio, a Capodanno, deve fare rumore. A casa di mia madre, che vive in una zona relativamente tranquilla, si è presentato il consueto gattino spaventato.
Dopo aver ripulito le ciotole dei gatti residenti, si è piazzato davanti casa miagolando disperato. Voleva entrare a tutti i costi, e voleva le coccole. Tantissime coccole. Non siamo tipe che le lesinano, e così abbiamo cercato, tra una carezza e l’altra, di estorcere informazioni al piccolo. Che però non parla la nostra lingua. Eppure, qualcosa è riuscito a dircelo: non grasso, ma col pelo in buono stato, le orecchie pulite e gli occhietti appena un po’ lucidi, forse il risultato della notte all’aperto. Coccoloso e prodigo di fusa, abituato agli umani. Mia sorella già pensava alla famiglia che, disperata, lo stava cercando, mentre noi passeggiavamo vicino casa con lui al seguito chiedendo: “riconosci la strada? Vieni dal parco più in basso? Ti dice niente questa curva? Questo albero?”.
Alla fine abbiamo pensato che fosse uno dei mici del rifugio un po’ più in alto, dove un vicino ricovera i gatti randagi che trova. Lo abbiamo riportato lì, e gli altri ospiti pelosi non sono sembrati infastiditi dalla sua presenza. Dopo poco è arrivato il suo “padrone”. Probabilmente il gattino, spaventato dai rumori molesti di chi festeggia il nuovo anno dando fuoco alle polveri, è scappato terrorizzato senza riuscire a rientrare. Sollevati dalla notizia ci siamo seduti a tavola per abbuffarci quando, dopo un po’, abbiamo risentito alla porta il miagolio del micino, fuggito di nuovo perché, evidentemente, la gita fuori porta con coccole annesse era piaciuta. Va bene, che ti devo dire: dove mangiano in 10 mangiano in 11. Grazie, italiano medio.
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