Gattari da legare: animate da buone intenzioni
Prima o poi, qualcuno mi picchierà.
Torno dall’asilo con mia figlia quando, da un piccolo declivio erboso, si lancia verso di noi una gattina squama di tartaruga a pelo lungo. Fa le fusa, miagola e ha deciso di correrci incontro per dichiararci il suo amore e la sua passione. Avrà sui 5 mesi, inizia ad andare avanti e indietro sulla stradina che porta alla scuola materna. Chiunque abbia dei figli, sa esattamente quanto sia pericolosa la strada di un asilo infestata da genitori motorizzati e incavolati. Cerco quindi di prenderla in braccio, ma lei non gradisce. Mia figlia, nel frattempo, mi rimprovera: “Perché non hai un trasportino?” Certo, domani lo metto in borsa.
Inizio a fermare gente e auto, chiedendo di chi sia quella gattina chiaramente non abituata alla strada. Citofono a mezzo mondo e, alla fine, un signore mi dice di non preoccuparmi, che è di una signora che vive in una villetta più avanti e che lascia la cucciola libera di andare in giro. Salutiamo a malincuore la gattina che salta (almeno, lontana dalla strada) chiedendomi per quale ragione la gente lasci liberi i gatti di finire sotto un’auto.
Se conosco il paesello, 5 o 6 persone avranno detto alla proprietaria della gattina che una pazza con figlia al seguito chiedeva di chi fosse la micia col chiaro intento di rubarla. No, signora, non si preoccupi: avrei solo voluto dirle di tenere la gatta in casa, anziché rischiare di farla investire.
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