Gattari da legare: Animal Hoarding
Animal hoarding: la compulsione a raccogliere randagi.
La mente degli esseri umani è una delle meraviglie del mondo: sconfinata, insondabile e, a volte, labile. L’animal hoarding è un fenomeno più diffuso di quanto si pensi e, soprattutto, è difficilmente riconoscibile. Si tratta della compulsione a raccogliere animali da parte di persone animate dalle più nobili intenzioni: questo comportamento, però, accoglie il germe di una vera e propria malattia, che porta a “collezionare” una quantità sempre maggiore di bestie per rinchiuderle nello spazio angusto di una casa, in condizioni di degrado e parziale abbandono, in condizioni igienico- sanitarie oltre il limite.
L’animal hoarder, abbiamo detto, è spinto da motivazioni ammirevoli: recuperare randagi e animali abbandonati e offrire loro un tetto, un pasto, dell’affetto. In realtà, la sua è una mania che potrebbe avere come oggetto dei francobolli o dei quadri: queste persone devono accumulare e basta. Ospitare in appartamento di 80 metri quadri 60 gatti, non può essere sano: la sporcizia si accumulerà, nessun uomo è in grado di fronteggiarla. Gli animali non avranno spazio, e presto non avranno nemmeno cibo a sufficienza, perché sfamarli tutti è un’impresa improba. Curarli, poi, diventa una pura utopia: i veterinari non lavorano per la gloria, e se hai tanti animali non puoi monitorare lo stato di salute di tutti, farli sterilizzare ed eventualmente effettuare delle visite di controllo regolari. Un gatto che ha contratto una malattia infettiva, infetterà gli altri.
Queste colonie animali, così, diventano un focolaio di germi e virus condannando, se non a morte, almeno alla depressione delle bestiole che dovrebbero avere lo spazio per giocare, per correre, per oziare e, inoltre, spazi appositi per i pasti e per i bisogni. Le persone responsabili di tali disastri, però, sono malate, non cattive: la loro compulsione è una malattia, bollata come stravaganza dalla società e come amore per gli animali da loro stessi. Questa loro “stravaganza”, però, serve spesso alle autorità preposte al controllo e alla salute degli animali come sollievo dai propri doveri: ci sono casi in cui non solo questa particolare categoria (gli animal hoarders), ma anche dei volontari perfettamente equilibrati vengono messi in contatto con persone che hanno trovato un randagio e che, dopo essersi rivolte agli uffici di competenza, vengono dirottate sui poveri volontari.
I recapiti dei volontari, tra i quali può “nascondersi” un animal hoarder, vengono diffusi senza alcun problema: chi ha trovato il randagio, si sente con la coscienza a posto. Chi dovrebbe vigilare, fa vigilare qualcun altro. Chi riceve la chiamata e magari ci rimette tempo, soldi e salute, non riesce a lavarsene le mani. Se si tratta di persone disturbate, a rimetterci sarà l’animale innanzitutto, poi la stessa persona, lasciata in balia del proprio disturbo. Se si tratta di volontari “sani”, invece, ne risentirà solo il loro equilibrio psicofisico: frustrazioni, rabbia e sconforto sono all’ordine del giorno per queste persone letteralmente eroiche, delle quali approfittano in tanti. Io so perfettamente che spesso non ci sono risorse per aiutare gli esseri umani, figuriamoci gli animali. Ma questa non può essere una scusa: pretendere che i propri diritti di cittadino che paga le tasse vengano rispettati, è il primo dei doveri.
Foto | Flickr