Friuli-Venezia Giulia: allarme epidemia Cimurro fra le volpi. Attenzione a cani e furetti
Attenzione: c'è un'epidemia di Cimurro fra le volpi in Friuli-Venezia Giulia. Ricordatevi di vaccinare i vostri cani e furetti.
Fate attenzione in Friuli-Venezia Giulia: è scattato l’allarme Cimurro fra le volpi selvatiche. Il che vuol dire controllare che i vostri cani e furetti siano stati correttamente vaccinati per tale malattie. A dare la notizia è stato l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie: i casi di Cimurro nelle volpi sono aumentati in provincia di Pordenone, Triste, Udine e Gorizia. Già 39 i casi di Cimurro nelle volpi e, considerando che sono state esaminate 85 volpi, significa una percentuale di malattia nel 46% dei casi. E non si tratta solamente di positività asintomatica: nelle volpi si sono visti sintomi di Cimurro, fra cui quelli neurologici e un diminuito istinto di scappare.
Cimurro nelle volpi: ricordatevi di vaccinare i vostri cani
La maggior parte dei casi si è registrata a Gemona del Friuli, ma la zona interessata va da Tarvisio fino a Udine città. Questo vuol dire ricordarsi di vaccinare adeguatamente i propri cani (e anche i furetti, vi ricordo che anche in questa specie il Cimurro è presente e mortale). Pare che la malattia si sia diffusa dalla Slovenia: qui erano stati segnalati i primi casi di Cimurro nelle volpi.
Ricordiamo come il Cimurro possa colpire i cani, le volpi, i lupi e i furetti. Il Cimurro nel cane si manifesta con diverse forme: si va da una forma polmonare a una forma gastroenterica che possono poi sfociare nella gravissima forma neurologica. Talvolta, nei cani, la forma polmonare e gastroenterica non sono presenti e si comincia subito con quella neurologica, con gravi convulsioni non trattabili (nel senso che i farmaci anticonvulsivanti non dimostrano piena efficacia nel caso di convulsioni da Cimurro). Il Cimurro è mortale nel cane, il virus resiste di meno nell’ambiente rispetto a quello della Parvovirosi, ma il cane rimane eliminatore per un periodo di tempo più lungo, per cui è facile che si originino epidemie.
Via | Il Messaggero
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