Esotika Perugia 2013, una visita alla mostra-scambio di rettili e animali esotici
Si tiene a Perugia la mostra Esotika, con moltissimi rettili e animali esotici. Noi di Petsblog ci siamo andati e vi raccontiamo un poì quello che abbiamo visto.
Esotika Perugia è la mostra-scambio di rettili e animali esotici che si tiene nel capoluogo umbro in questo fine settimana di aprile. Ammetto di non avere una grande passione per i rettili – tolte le tartarughe – per quella sorta di paura ancestrale che accompagna molti di noi. Sono andato, comunque, a vedere per conoscere meglio questo mondo e, soprattutto, toccare con mano come ci si possa rapportare a questi animali che sono senza dubbio affascinanti, ma anche molto lontani dalla comune concezione di “animale da compagnia”.
Lo spazio della mostra è ampio – il Palasport di San Sisto, frazione di Perugia – ed è organizzato in tre zone. La prima ha poco a che vedere con i rettili, a dire il vero: all’esterno del Palasport, infatti, ci sono varie gabbie con degli splendidi pappagalli di varie dimensioni che lasciano veramente incantati per il colore del piumaggio.
La prima sezione della mostra vera e propria è dedicata alle tartarughe e qui è stata per me una piacevole sorpresa: il Tarta Club Italia, ma anche altri, avevano in mostra degli esemplari di tartarughe bellissime, con dettagliate schede delle zone di provenienza. Tartarughe d’acqua e di terra che godevano di ottima salute a giudicare dallo stato del carapace. Alcune molto grandi, altre piccolissime. Ho potuto apprezzare la diversità tra i vari tipi di tartarughe e rendermi conto delle varie necessità che hanno: terrario ampio, lampade, riscaldamento, cibo… Prendersi cura degli animali vuol dire anche conoscere le loro esigenze per farli vivere al meglio.
La seconda sezione di Esotika si alterna tra espositori di prodotti di supporto (terrari, mangimi, riscaldamento, libri) e oggettistica e stand con vari animali: dai serpenti ai camaleonti, dalle iguane agli insetti stecco, passando per tartarughe e altri animali che direi fossero gechi (ma probabilmente non lo erano). La passione degli amanti dei rettili era senza dubbio tangibile: le persone erano interessate, chiedevano, si informava e si notava che alcuni erano habitué.
Non ho potuto fare a meno di notare, tuttavia, lo “spavento” di alcuni animali, o almeno così l’ho interpretato io. Alcuni cercavano di scavare per uscire, altri di spingere per aprire le porticine: potrebbero anche essere atteggiamenti del tutto naturali, ma forse si potrebbe optare per meno animali sistemati in terrari/contenitori più ampi.
Sono perfettamente cosciente, inoltre, di cosa mangiano i serpenti e in natura un serpente che mangia un ratto è cosa del tutto naturale: mi chiedo se fosse proprio necessario mettere gabbie con topini accanto a teche con serpenti. La situazione era del tutto stressante, diciamo così, per entrambe le tipologie: i topini (e non solo…) sentivano la presenza incombente del predatore e quest’ultimo non poteva nutrirsi della preda. Magari in un’altra edizione si potrebbe prevedere di tenere separati gli uni dagli altri (e questo vale non solo per i topi e roditori vari, ma anche per i tantissimi grilli che frinivano e per le varie esche presenti).
Dopo essermi trovato a tu per tu con un pitone moluro gigante albino, dopo averne accarezzato uno ancestrale di tre anni e aver fatto una grattatina sulla schiena a un drago barbuto posso dire che un po’ della mia diffidenza verso questi animali si è ridimensionata. Ma poco, però! Ma il problema è mio, non certamente imputabile a loro.