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Esofagite nel cane e gatto: cause, sintomi e terapia

Andiamo a vedere cause, sintomi, diagnosi e terapia dell’esofagite nel cane e gatto.

Esofagite nel cane e gatto: cause, sintomi e terapia

Esofagite nel cane e gatto – Prima di vedere cause, sintomi, diagnosi e terapia dell’esofagite nel cane e nel gatto, andiamo a vedere cosa si intende con il termine esofagite. E’ in pratica l’infiammazione dell’esofago, comprendente sempre la mucosa e a volte anche la sottomucosa. Le cause di esofagite possono essere diverse, ma nelle forme croniche e complicate come esito si possono avere forme più gravi come la stenosi esofagea e anche il megaesofago acquisito.

Esofagite nel cane e gatto: cause e sintomi

La causa più frequente di esofagite nei nostri pet sono gli episodi continui e ripetuti di vomito: il contatto fra l’acido dei succhi gastrici e la musoca esofagea esita alla lunga nell’esofagite. Quindi tumori allo stomaco (gastrinoma), ernia iatale, anomalie del cardias, gastrite cronica alla lunga possono portare anche all’esofagite. Quando si crea un circolo vizioso fra infiammazione e vomito ecco che si arriva alla stenosi esofagea.

Anche corpi estranei di qualsiasi tipo e genere possono provocare prima esofagite e poi stenosi. Idem dicasi la persistenza di farmaci nell’esofago: se una pasticca si blocca qui ecco che può provocare esofagite per infiammazione locale. Altra causa è l’ingestione di caustici o sostanze tossiche dall’ambiente o dal pelo. Ci sono poi alcune malattie rare come la pitiosi e la spirocercosi e anche condizioni di immunosoppressione che possono provocare esofagite. E raramente anche i tumori esofagei la provocano, ma sono comunque rari.

I sintomi di esofagite variano a seconda del danno provocato, dall’intensità dellinfiammazione e dall’estensione della lesione. Quando questi sono minimi a volte i cani e i gatti sono del tutto asintomatici. Altrimenti come sintomi abbiamo:

  • scialorrea
  • anoressia
  • odinofagia (deglutizione dolorosa, il pet estende la testa e il collo mentre deglustisce)
  • disfagia
  • rigurgito (potreste trovare anche sangue rosso vivo)
  • dimagramento
  • cachessia

Esofagite nel cane e gatto: diagnosi e terapia

La diagnosi di esofagite si fa inizialmente tramite sospetto clinico, poi va confermata tramite radiografia con mezzo di contrasto o ancora meglio tramite endoscopia grazie alla quale è possibile anche effettuare biopsie dalla mucosa e togliere corpi estranei se presenti.

La terapia dell’esofagite è in parte sintomatica, tramite farmaci appositi e in parte volta a eliminare la causa scatenante (ernia iatale, corpi estranei…). Per la terapia medica normalmente si usa il sucralfato (anche se a volte è un dramma riuscire a somministrarlo) abbinato a gastroprotettori come la ranitidina, cimetidina o famotidina associati a inibitori della pompa protonica come omeprazolo e lansoprazolo (funzionano meglio se abbinati). Si usano poi gli appositi farmaci antiemetici. Va da sé che se è presente vomito, almeno là dove possibile sarebbe meglio somministrare farmaci per via iniettiva, salvo passare alla via orale una volta che il vomito è cessato. E’ inutile incaponirsi con farmaci per via orale quando il pet continua a vomitare: vomita anche i farmaci che così non hanno la possibilità di fare effetto. L’uso dei cortisonici è riservato alla riduzione del rischio di stenosi. Gli antibiotici vengono abbinati se necessario preferendo quelli ad ampio spettro. La prognosi dipende ovviamente dalla gravità dell’esofagite e dalla presenza o meno di stenosi che non sempre può essere risolta sfruttando l’endoscopia.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | sarahcord

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