Epilessia idiopatica nel gatto: quali sono i tempi di sopravvivenza?
In caso di epilessia idiopatica del gatto, quindi da cause sconosciute, quando vive in media il gatto?
Questa è una delle domande più difficili a cui rispondere: quando può sopravvivere il nostro felino quando soffre di epilessia idiopatica nel gatto? Se è vero che ci sono delle indicazioni sulle percentuali medie di sopravvivenza per alcune malattia, all’atto pratico vogliono dire poco: non puoi sapere se quel paziente rientrerà perfettamente nella casistica, se si attesterà sul limite minimo o su quello massimo della media o se la supererà. Tuttavia uno studio ha cercato si stabilire quale potesse essere la sopravvivenza mediana di un gatto con epilessia di cui non si conosce la causa.
Epilessia senza causa nel gatto: tempo di sopravvivenza?
Lo studio in questione ha come titolo “Survival in 76 cats with epilepsy of unknown cause: a retrospective study”, Szelecsenyi AC, et al. Vet Rec. 2017 Nov; 181 (18): 479 e si è trattato di uno studio che ha preso in esame le risposte a un questionario sottoposto all’attenzione di proprietari con gatti dove era stata riscontrata una forma di epilessia di origine sconosciuta (anche qui se vi piacciono gli acronimi, il suo è EUC).
Le convulsioni venivano così classificate:
- primarie generalizzate
- focali in assenza di generalizzazione secondaria
- focali con presenza di generalizzazione secondaria
Si è così visto che l’età media di insorgenza di queste convulsioni era di 4 anni (con range dai 0.3 ai 18 anni). Un terzo dei gatti con epilessia idiopatica aveva convulsioni primarie generalizzate, ma ben il 78% dei pazienti con convulsioni primariamente focali, prima o poi sviluppava una forma con generalizzazione secondaria.
Come sintomi avevamo:
- perdita di coscienza improvvisa
- convulsioni tonico-cloniche
- segni monolaterali in caso di convulsioni focali
Con la terapia anticonvulsivante, si riusciva ad ottenere una remissione dei sintomi solamente del 42%, mentre il tempo di sopravvivenza medio era di 3.2 anni (con range dall’anno agli 11 anni), indipendentemente dal fatto di fare terapia o meno.
Cosa vuol dire?
Da questo studio sono emersi alcuni dati interessanti. Prima di tutto il tipo di convulsioni e i sintomi ad essi associati non possono fornire dati sui tempi di sopravvivenza, sul tipo di risposta alla terapia medica e sull’esito della patologia. In secondo luogo, poi, si è visto che, talvolta, in gatti senza terapia si potevano non avere convulsioni per anche più di un anno. Il che spiega perché in caso di crisi non frequenti o non intense, a volte non venga instaurata subito terapia anticonvulsivante dal vostro veterinario. Per dovere di cronaca, poi, ricordo a tutti coloro che fanno terapia anticonvulsivante al proprio gatto, di non sospendere o modificare la terapia di testa loro: il rischio molto concreto è quello di scatenare nuovamente le crisi convulsive, peggiori di prima.
Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
Foto | iStock
Via | Veterinary Record