Petsblog Veterinario risponde Endoscopia veterinaria, come funziona e a cosa serve

Endoscopia veterinaria, come funziona e a cosa serve

Endoscopia veterinaria, come funziona? A che cosa serve? In quali casi è indicata? Scopriamo insieme le funzioni di questa tecnica diagnostica.

Endoscopia veterinaria, come funziona e a cosa serve

L’endoscopia è una tecnica di diagnostica per immagine abbastanza recente in veterinaria che può avere in alcuni casi anche sfumature terapeutiche. Devo subito precisare che non tutti gli ambulatori, cliniche e ospedali hanno un endoscopio a loro disposizione, questo perché lo strumentario ha dei costi abbastanza elevati e inoltre per potersi definire endoscopista un veterinario deve partecipare a corsi di formazione e congressi, non basta avere un endoscopio per saperlo utilizzare.

Di solito le grosse cliniche e gli ospedali veterinari hanno un veterinario che si occupa di endoscopie, mentre gli studi più piccoli e gli ambulatori si avvalgono di endoscopisti esterni. Chiedete in questo caso al vostro veterinario se si appoggia a una struttura esterna o se può far venire un endoscopi sta in sede.

Che cos’è e come funziona

L’endoscopio è uno strumento particolare che permette di vedere certi distretti del corpo che in condizioni normali si potrebbero visualizzare solo eseguendo una chirurgia. Ogni endoscopio è corredato di un set di strumenti che permettono al veterinario endoscopista di indagare l’apparato respiratorio, digerente, genito-urinario e anche l’orecchio, sia in cani che in gatti.

Inoltre esistono anche degli endoscopi che si utilizzano nei rettili e negli uccelli, di dimensioni decisamente minori. Detto molto in soldoni, l’endoscopio è un tubo sottile e flessibile formato da fibre ottiche che viene inserito nelle cavità naturali del paziente: trachea, esofago, retto o orecchio. E’ esattamente la stessa cosa dell’endoscopia umana solo che in veterinaria bisogna considerare il fatto che il cane e il gatto non stanno fermi a farsi cacciare un tubo giù in gola, quindi viene richiesta la sedazione in anestesia generale. Normalmente si utilizza l’anestesia gassosa.

Questo fatto spiega anche il perché l’endoscopia non viene proposta, tranne in alcuni casi, in prima battuta come esame diagnostico: essendoci un’anestesia di mezzo di solito si applicano prima altre indagini e quando queste danno l’indicazione per l’uso di un endoscopia, ecco che vi verrà proposta. Inoltre c’è anche una considerazione economica: il materiale è costoso, c’è di mezzo un’anestesia gassosa, normalmente ci vogliono tre veterinari per seguire un’endoscopia (oltre all’endoscopista ci va infatti un veterinario che monitorizzi l’anestesia e un altro di supporto per l’endoscopista per posizionamento ed eventuali biopsie e gestione delle immagini).

E’ un esame che viene fatto in giornata: il paziente viene messo in anestesia, si procede all’esame e una volta sveglio viene riconsegnato al proprietario.

Indicazioni diagnostiche

Perché il vostro veterinario vi propone un’endoscopia? Beh, non solo per visualizzare l’organo che gli interessa, ma anche perché tramite l’endoscopio è possibile effettuare delle biopsie, estrarre corpi estranei, fare dei lavaggi e via dicendo. Vediamo quali sono le indicazioni diagnostiche più comuni:

  • Rinoscopia: la sonda viene inserita nel naso in caso di sospetto di corpo estraneo (per esempio un forasacco o un filo d’erba: questo è uno di quei casi in cui l’endoscopia è il mezzo d’elezione primario sia di diagnosi che di terapia in quanto ti permette di vedere il corpo estraneo e di estrarlo dalle cavità nasali) o in caso di sospetto di forme infiammatorie croniche, anche fungine. Nel secondo caso oltre alla rinoscopia è probabile che vengano fatte anche delle biopsie e degli esami colturali
  • Broncoscopia: nel caso di tosse cronica, recidivante, dispnea ecco che potrebbe venirvi proposta un’endoscopia, a patto che il paziente sia in grado di sopportare un’anestesia. L’endoscopio permette di vedere trachea e i grossi bronchi, di visualizzare eventuali corpi estranei, di fare prelievi bioptici o lavaggio tracheobronchiale
  • Gastroscopia: questa volta l’endoscopio viene inserito in esofago e arriva fino allo stomaco. Vi verrà proposto questo esame diagnostico in caso di vomito cronico o emorragico, sospetto di tumori all’esofago e allo stomaco, sospetto di corpo estraneo. Grazie all’endoscopio si potrà vedere effettivamente la mucosa dell’esofago e dello stomaco, estrarre eventuali corpi estranei, fare prelievi bioptici. Per l’estrazione dei corpi estranei, ovviamente, dipende dalle loro dimensioni: è utile in caso di tappi o affini, ma con grosse pietre o oggetti voluminosi bisogna ricorrere alla chirurgia
  • Colonscopia: in caso di diarree croniche, sospetto di malattie infiltrative, sospetto di polipi o masse tumorali, feci con sangue ecco che potrebbe esservi proposta una colonscopia. Esattamente come nel caso precedente, si potrà valutare visivamente lo stato della mucosa dell’intestino ed effettuare prelievi bioptici. Come in umana, è richiesta una preparazione nei tre giorni precedenti per ridurre il numero di feci nell’intestino
  • Orecchio: se una clinica ha un endoscopio, perché non utilizzarlo per estrarre corpi estranei dall’orecchio di un paziente? Certo, non è la sua prima indicazione, di solito si usa l’otoscopio, ma in questo modo si può valutare meglio lo stato di salute del condotto uditivo e del timpano

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | Flickr

Seguici anche sui canali social