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Echinococcosi nel cane: cause, sintomi e terapia dell’idatidosi

Che ne dite se oggi andiamo a parlare di echinococcosi nel cane? Si tratta di una antropozoonosi parassitaria, nota anche come idatidosi e provocata dall’Echinococcous granulosus.

Echinococcosi nel cane: cause, sintomi e terapia dell’idatidosi

Se è vero che l’echinococcosi nel cane decorre quasi sempre in forma asintomatica, bisogna considerare che questa patologia è una zoonosi, quindi trattasi di malattia che può colpire anche l’uomo. Ecco perché è bene conoscere la causa, le modalità di trasmissione, la patogenesi, i sintomi, la diagnosi e la terapia di questa patologia.

Cause, modalità di trasmissione e patogenesi

Come dicevamo, l’echinococcosi è provocata dall’Echinococcus granulosus, un cestode (una tenia in pratica, un verme piatto) formato da uno scolice (la testa) con ventose e uncini e da tre proglottidi, una immatura, una matura e una dalla quale si liberano le uova. E’ un parassita ermafrodita e ognuna delle sue uova contiene un’oncosfera, ovvero un embrione esacanto: sono le oncosfere che vengono eliminate con le feci dell’animale infestato.

L’Echinococcosi riconosce la presenza di un ospite definitivo e di un ospite intermedio per poter completare il suo ciclo vitale. L’echinococco adulto vive nell’intestino tenue degli ospiti definitivi, i canidi, quindi qui da noi rappresentato dal cane che si infestano nutrendosi dei visceri contaminati dalle cisti idatidee. Ecco perché si tratta di una patologia frequente là dove ci siano allevamenti a conduzione famigliare e nutrita presenza di cani randagi.

Gli scolici si ancorano ai villi e nel giro di 1-3 mesi diventano adulti. Il cane elimina poi le uova del parassita con le feci, disperdendole nell’ambiente. Queste uova sono estremamente resistenti nell’ambiente esterno, sopravvivono anche un anno. Le uova vengono successivamente ingerite dagli ospiti intermedi, in generale i mammiferi erbivori: parliamo soprattutto di pecore, ma anche di capre, cavalli, bovini. I cani poi si reinfestano ingerendo i visceri degli erbivori contaminati che contengono le cisti fertili. L’uomo in questo ciclo si inserisce come ospite intermedio accidentale: se ingerisce le uova dal terreno contaminato, può infestarsi. La larva metacestode esacanta si libera nell’intestino, va in circola, tramite la via venosa portale o la via linfatica arriva al fegato e qui sviluppa le note cisti idatidee. Se però salta il circolo epatico, può raggiungere il circolo polmonare, localizzandosi al polmone. Se salta anche il circolo polmonare, la larva raggiunge il circolo sistemico e finisce che può sviluppare una cisti su qualsiasi organo.

La crescita della cisti idatidee è lenta nel tempo: in sei mesi di sviluppo può raggiungere 1 cm di diametro, ma può crescere di 1-5 cm all’anno. Questa cisti può vivere anche diversi anni e poi morire spontaneamente oppure può calcificare. Se la cisti non muore, al suo interno si formano le cisti figlie. Il guaio è quando queste cisti si rompono, in quanto la fuoriuscita del liquido può provocare uno shock anafilattico. Va precisato che se l’uomo ingerisce accidentalmente il liquido cistico, questo non provoca la crescita di echinococchi adulti, perché l’uomo non è l’ospite definitivo.

Sintomi

Fondamentalmente l’echinococcosi nel cane è asintomatica e anche dal punto di vista diagnostico è difficile evidenziarla, anche con l’esame delle feci, in quanto sono poche le oncosfere eliminate dal cane con le feci e quindi potrebbe capitare di non evidenziarla. Per quanto riguarda le cisti idatidee dell’idatidosi negli ospiti intermedi, la sintomatologia è spesso asintomatica e subclinica per lunghi periodi: pensate che nei bovini a volte è un reperto occasionale di macellazione. Tuttavia dipende anche dalla sede colpita dalla cisti.

Le cisti epatiche possono decorrere da asintomatiche a sindrome ostruttiva con epatomegalia, ipertensione portale, ittero, shunt porto-sistemici acquisiti, sovrinfezione batterica. Le cisti polmonari di solito creano più problemi, provocando tosse, dispnea ed emottisi. Le cisti sulla milza possono provocare splenomegalia. Sintomi più gravi si possono avere con la localizzazione cerebrale, di solito in fasi avanzate, dove avremmo sintomi neurologici o ipertensione endocranica. Le cisti ossee possono provocare fratture spontanee. Come anticipavo, la rottura della cisti idatidea può provocare reazioni anafilattiche da moderate a gravi: orticaria, prurito, dispnea, crisi asmatiche, shock anafilattico.

Terapia

Nel cane diciamo che la terapia con i normali vermifughi ad ampio spettro assicura la verminazione anche contro l’echinococcosi. Quindi cani che vivono in zone dove ci sono allevamenti di pecore che lasciano le viscere in giro andrebbero regolarmente sverminati. Particolarmente efficaci si sono rivelati mebendazolo e albendazolo.

Anche la forma cistica dell’uomo si può trattare con questi farmaci, ma cisti più grandi o complicate potrebbero richiedere anche un intervento chirurgico o in alcuni casi selezionati si procede all’aspirazione della cisti.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | Flickr

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