Diario di un gatto. Vita felina tra problemi in famiglia e vicini animali
Remco Campert, scrittore olandese, ci regala un delicato ritratto dell'intimità felina.
Veramente un bel libro – anche dal punto di vista grafica, con un’elegante copertina rigida – quello di Remco Campert pubblicato da Elliot edizioni. Diario di un gatto. Vita felina tra problemi in famiglia e vicini animali è il diario di Puf, gatta che vive con Bril e Rolk.
Dalla sua posizione di gatto, Puf ha uno sguardo tutto particolare sul mondo che lo circonda, sia esso il mondo degli umani che quello dei suoi amici animali, come gli altri gatti del vicinato (e sarà proprio uno di questi, Harry, il Terrore dei Giardini, a tirarle un “brutto” scherzo, se così vogliamo dire). L’aspetto che ho trovato più interessante di questo libro sono le descrizioni di alcuni momenti e situazioni della vita umana. Prendiamo la coda, per esempio. Puf chiama gli umani i “senza coda” e, a suo modo di vedere, questo è proprio un male. Annota nel suo diario:
Una coda è spesso di grande utilità. Ci posso rovesciare vasi di fiori giù dal tavolo. La posso gonfiare se qualcosa non mi va a genio. La posso arrotolare attorno al corpo quando riposo […] Se mi viene voglia di giocare, posso sempre correrle dietro […] Se per sbaglio ruzzolo giù dalla finestra, la cosa mi rende servizi preziosi. La uso in aria come un timone e alla fine riesco a ricadere sulle zampe. Quei bipedi senza cosa, invece, si schiantano inevitabilmente a terra.
Come darle torto? Ritengo, comunque, che la parte veramente più umoristica riguardi le riflessioni di Puf sul lavoro degli esseri umani. Riporto alcuni stralci presi qua e là lungo il testo.
Ci sono giorni in cui Rok esce presto e altri in cui resta in casa. Quando esce presto, va al lavoro. La maggior parte dei giorni esce presto. Non so che lavoro faccia Rok. Suppongo consista nell’aprire la porta di casa e poi chiudersela alle spalle. In effetti, è ben possibile che Rok passi tutto il giorno dietro la porta.
E ancora:
Un tempo pensavo che il lavoro riguardasse solo la vita dei bipedi e che fosse una delle tante cose che li distingueva da me. Ma da quando in Francia ho visto un asino tirare un carro, ho cambiato idea. L’asino veniva chiamato “bestia da soma”. Una volta Rock è tornata a casa dal lavoro e ha detto che si sentiva così: una bestia da soma. Ne deduco quindi che il lavoro di Rok consiste nel tirare un carro fuori da casa.
Ma c’è anche il lavoro intellettuale, non dimentichiamolo. E Puf non lo dimentica di certo:
[Il lavoro] di Bril consiste nello star seduto dietro la macchina da lavoro [un computer portatile, ndr]. Prendo atto del fatto che il lavoro può essere qualsiasi cosa e che lo si può fare dovunque […] A volte Bril siede alla macchina da lavoro e se ne sta là a guardare nel vuoto. Si direbbe che non stia compiendo uno sforzo, ma Bril sostiene che la cosa va vista diversamente: sta facendo un lavoro intellettuale. Anch’io a volte me ne sto lì a fissare il vuoto. Non so se anche la mia sia una forma di lavoro. Somiglia più a uno starsene imbambolati. Ma non dura mai a lungo. O mi addormento [o mi distraggo] […] Se starsene imbambolati è un lavoro, non sono proprio una stakanovista. Se invece dormire lo è, allora faccio gli straordinari.
Remco Campert, ottantacinquenne scrittore olandese (il Diario di un gatto risale al 2007, quando l’autore contava 78 anni), ci regala un prezioso libretto che ogni amante dei gatti dovrebbe leggere.
Remco Campert
Diario di un gatto. Vita felina tra problemi in famiglia e vicini animali
Elliot edizioni, 2011
pp. 66, euro 9,00