Da dove respirano le tartarughe?
Le tartarughe, sia quelle d'acqua dolce che quelle di terra che quelle marine, respirano utilizzando naso e polmoni. Con delle ovvie differenze rispetto ai mammiferi. Per esempio, le tartarughe non hanno il diaframma. Ecco dunque come funziona il loro sistema respiratorio
Se per qualche motivo vi siete sempre chiesti da dove respirano le tartarughe, sappiate che la risposta non è né dal sedere (beh, non proprio: la respirazione cloacale esiste e funziona in modo ben preciso), né dalle branchie (essendo le tartarughe dei rettili e non dei pesci, sono sprovviste di branchie). Le tartarughe respirano dal naso e sfruttando i polmoni, anche se è vero che, rispetto ai mammiferi, ci sono delle sostanziali differenze. Prima fra tutte il fatto che le tartarughe non hanno il diaframma.
Da dove respirano le tartarughe? Cenni di anatomia e fisiologia
Partiamo dall’esterno. L’ingresso dell’aria avviene tramite le narici. Le cavità nasali hanno la particolarità di essere separate dalla bocca solamente dal palato duro visto che le tartarughe non hanno il palato molle.
Le tartarughe hanno la trachea, di lunghezza variabile a seconda delle specie (le testuggini hanno una trachea molto breve che si biforca prima di entrare nel torace, mentre nelle altre specie è più lunga). A seguire troviamo i polmoni che sono situati dorsalmente subito sotto il carapace a cui sono attaccati. Questo fa sì che anche quando la corazza viene perforata a causa di traumi o cadute, i polmoni non possano collassare.
Le tartarughe, però, non hanno diaframma. Dunque come fanno a respirare? Semplice: muovendo specifici muscoli (soprattutto quelli delle zampe, ma anche grazie ai movimento del collo), ecco che le tartarughe possono far dilatare e contrarre i polmoni.
Alcune tartarughe marine, però, sono in grado di assorbire ossigeno anche attraverso la cute. Il discorso delle tartarughe che respirano col sedere, invece, deriva dal fatto che le tartarughe, ai lati dello sbocco dell’intestino, hanno dei sacchi anali che sono capaci di assorbire l’ossigeno disciolto nell’acqua. E ancora: sempre le tartarughe marine hanno una faringe estremamente vascolarizzata, cosa che permette loro di trattenere nei muscoli e nel sangue parecchio ossigeno, facendo muovere l’aria qui intrappolata in modo da estrarre da quest’aria tutto l’ossigeno presente.
Le sacche aeree delle tartarughe marine, invece, non hanno funzione respiratoria, ma funzionano come la vescica natatoria dei pesci.
A proposito della respirazione cloacale: la metto in atto anche le tartarughe d’acqua dolce quando d’inverno vanno in letargo ibernandosi sul fondo dei laghetti. Proprio le sacche anali presenti, essendo molto ricche di vasi, riescono ad assorbire l’ossigeno presente nell’acqua che la tartaruga fa entrarre nella cloaca contraendo specifici muscoli. La combinazione fra la respirazione cloacale e il rallentamento del metabolismo collegato al letargo, fa sì che le tartarughe d’acqua possano “respirare” sott’acqua durante il letargo.
Principali malattie respiratorie delle tartarughe
Fra le principali malattie respiratorie delle tartarughe ricordiamo:
- riniti batteriche e virali
- polmoniti (ricordiamo la polmonite tipica delle tartarughe d’acqua delle specie simili alle Trachemys collegata all’ipovitaminosi A da dieta mono-gamberetto): possono essere virali, batteriche, fungine
- parassitosi (Trematodi)
- processi infiammatori scatenati da sostanze irritanti o inalanti
Una tartaruga con problemi respiratori presenta come sintomi:
- scolo nasale da sieroso a mucoso a mucopurulento (talvolta con annessa stomatite), con formazione talvolta di bolle e rumori respiratori
- scolo oculare
- anoressia
- letargia
- riluttanza al movimento
-
dispnea (la tartaruga allunga il collo per cercare di respirare)
nuotare storte (vale per le tartarughe d’acqua. Occhio a questo sintomo: una tartaruga che nuota storta a causa di una polmonite, rischia di affogare)
Fonti: