Petsblog Gatti Cytauxzoonosis nel gatto: cause, sintomi e terapia di questa parassitosi

Cytauxzoonosis nel gatto: cause, sintomi e terapia di questa parassitosi

Parliamo di una malattia parassitaria trasmessa dalle zecche assai particolare: la Cytauxzoonosis nel gatto. Ecco cause, modalità di trasmissione, sintomi, diagnosi e terapia.

Cytauxzoonosis nel gatto: cause, sintomi e terapia di questa parassitosi

La Cytauxzoonosis nel gatto è una malattia infettiva emergente, assai pericolosa per i gatti. La sua particolarità è che è trasmessa dalle zecche. Si tratta di protozoi che fanno parte della famiglia Theileriidae, fra cui annoveriamo anche la Theileria. La zecca responsabile della trasmissione è l’Amblyomma americanum, mentre gli ospiti serbatoi sono la lince rossa e i gatti domestici. Ma andiamo a vedere causa, sintomi, diagnosi e terapia della Cytauxzoonosis nel gatto.

Cytauxzoonosis nel gatto: cause e sintomi

L’ospite naturale della Cytauxzoonosis è la lince rossa. Per lungo tempo si è pensato che il gatto fosse solamente un ospite accidentale visto il decorso rapido e fatale della malattia. Tuttavia sono stati trovati gatti sopravvissuti all’infezione, alcuni non erano neanche stati sottoposti a terapia, motivo per cui ora si pensa che anche il gatto possa fungere da serbatoio per la malattia. La particolarità è che nella lince rossa l’infezione è spesso subclinica, con sviluppo di parassitemia cronica, raramente è fatale.

La malattia solitamente viene diagnosticata fra aprile e settembre, correlata all’attività locale delle zecche. Per ora si sa che la trasmissione avviene solamente tramite la zecca, non sembra esserci contagio diretto. Dubbia anche la presenza di una trasmissione verticale da madre a feto.

Una volta che la zecca ha trasmesso la malattia al gatto, ecco che nel felino si susseguono due fasi: la schizogonia e la merogonia. Gli sporozoiti infettano i monociti e si avvia la schizogonia, riproduzione asessuata da cui originano gli schizonti. I monociti infetti sono stati trovati già 12 giorni dopo l’infezione. Si vedono difficilmente nel sangue, mentre è più facile trovarli in linfonodi, milza, fegato, polmoni e midollo osseo.

Questi monociti infettati sono i responsabili dei trombi parassitari che causano ischemia, necrosi tissutale e morte del gatto. Se il gatto sopravvive a questa fase, ecco che tali monociti infetti si rompono e rilasciano i piroplasmi o merozoiti che vanno ad infettare i globuli rossi.

I gatti non trattati tendono a sviluppare una forma di parassitemia cronica: tali gatti non sembrano manifestare una forma di malattia clinica evidente, tuttavia non sono immuni a successive reinfezioni.

I sintomi di malattia si manifestano solitamente 5-14 giorni dopo l’infezione da parte delle zecche. Come sintomi di Cytauxzoonosis nel gatto abbiamo:

  • abbattimento
  • depressione
  • letargia
  • anoressia
  • febbre
  • disidratazione
  • ittero
  • linfoadenomegalia
  • epatosplenomegalia
  • anemia
  • ipotermia terminale
  • dispnea
  • vocalizzazioni di sofferenza
  • morte

In assenza di terapia, solitamente la morte avviene entro 2-3 giorni dal picco febbrile.

Cytauxzoonosis nel gatto: diagnosi e terapia

La diagnosi di Cytauxzoonosis nel gatto prevede l’esecuzione di esami del sangue completi per valutare lo stato di gravità della patologia. A volte negli strisci di sangue si vedono i piroplasmi, soprattutto nella fase febbrile e 1-3 giorni prima della morte. La loro assenza, però, non esclude la presenza della malattia. Raramente si riescono a vedere gli schizonti. Gli schizonti è più probabile trovarli a livello di linfonodi, milza, fegato o midollo osseo. L’alternativa, nei casi dubbi, è la PCR.

Per quanto riguarda la terapia, sono stati provati diversi protocolli, con scarso successo. L’unico che ha dato qualche riscontro è stato quello con associazione di atovaquone e azitromicina. Ci deve sempre essere terapia di supporto basata su fluidi, vitamine, farmaci antinfiammatori, supporto nutrizionale e eparina. Se necessario, si abbinano anche ossigenoterapia e trasfusioni di sangue.

I gatti che riescono a guarire, ci mettono anche 5-7 giorni prima di vedere qualche miglioramento. La guarigione totale avviene poi in 2-3 settimane. Ricordatevi poi sempre di proteggere i gatti anche contro le zecche.

Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | Pixabay

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Come abituare il gatto al guinzaglio?
Comportamento Gatti

È possibile abituare il gatto al guinzaglio? Sì, certo, anche se non tutti i gatti lo accettano. Tuttavia il problema è quanto sia sicuro per il gatto girare al guinzaglio. Anche con la pettorina ben messa, infatti, il gatto può divincolarsi e scappare via. Dunque non è consigliabile portare il gatto in passeggiata col guinzaglio