Cosa fare quando il cane piange
Il guaito è una delle tante forme di comunicazione vocale canina, molto simile ad un pianto, che spesso mette in allarme noi umani. I cani piagnucolano di solito quando cercano attenzione, ma anche quando percepiscono che stiamo andando via da casa e non vogliono restare soli. Ma le vocalizzazioni possono anche evidenziare un problema di salute del nostro amico di zampa, che va capito.
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I cani sono animali che possono comunicare le proprie emozioni in modi diversi, in alcuni casi tenendo comportamenti simili a quelli umani. Il cane a volte guaisce, un atteggiamento vicino al nostro piagnucolio, che mostra insofferenza o tristezza del piccolo amico. E se ci stiamo domandando cosa fare quando il cane piange, in primo luogo va compreso perché Fido lo fa.
Il vocalizzo di questo tipo, che si può vedere soprattutto nella comunicazione dei cuccioli, è un comportamento meno frequente, ma presente, anche in età adulta. Da piccoli i cani guaiscono soprattutto per comunicare esigenze, da grandi per comunicare anche uno stato di disagio rispetto a quello che accade loro intorno. Ma vediamo meglio le cause e come dobbiamo comportarci al riguardo.
Perché il cane piange
Non esiste una traduzione esatta nel linguaggio canino rispetto al pianto che facciamo noi umani. I cani non secernono lacrime calde e salate quando sono tristi, né gemono o singhiozzano come le persone. Ma esattamente come l’abbaio o altri vocalizzi, anche il guaito è una forma complessa di comunicazione del nostro amico di zampa.
Da piccoli, come detto, i cani guaiscono soprattutto per bisogni, come la richiesta di cibo, di attenzioni, di uscita per i bisogni, di richiesta di essere tranquillizzati. Ma da adulti è facile vedere un cane mugolare per ragioni di tipo diverso, soprattutto emotivo o, in caso di esemplari anziani, anche per una sorta di declino cognitivo legato all’età, che può addirittura tradursi in ululati notturni.
In genere, a parte quest’ultimo caso, è facile sentire un cane che piange quando torna il suo umano in casa. È un segno di eccitazione e felicità che si abbina a scodinzolate e leccate sulle mani o sul viso. Ma può essere anche un comportamento legato invece ad ansia da separazione e tristezza quando il proprietario esce.
Ma ancora, la ricerca di attenzioni, o quella di essere pacificato in una condizione di ansia, come ad esempio un temporale o presenza di rumori forti che spaventano il pet, ci può mostrare un cane piagnucolante. Le situazioni stressanti possono infatti generare il bisogno di essere calmati, mostrando il cane in piena richiesta di carezze.
Cosa fare quando il cane piange e come tranquillizzarlo
In primis, dopo aver compreso le cause più comuni del perché il cane piange (a volte è possibile sentirlo guaire in più situazioni di disagio, come durante una lite dei suoi umani in casa), ora vedremo le strategie per calmarlo. Se la richiesta di attenzioni deriva da cibo, uscita o paura, la soddisfazione dei bisogni placa il guaito del nostro amico.
Ma se il cane piange per ansia da separazione o felicità eccessiva per il nostro ritorno, o altre motivazioni emotive simili, è importante agire, magari con l’aiuto di un educatore cinofilo. Il nostro obiettivo è abbassare i livelli di stress del cane a tal punto da non farlo guaire.
Di norma, anche se è brutto dirlo, ignorare Fido quando si mostra troppo eccitato alla nostra vista, è un buon modo per evitare mugolii. Si torna in casa, si evita di dargli segnali visivi e tattili fino a quando non è calmo e allora lo si gratifica con una coccola e con un “bravo”. In questo modo il cane capirà quale comportamento tenere per gratificarci e ottenere attenzioni.
Se invece il problema è l’ansia da separazione, si dovranno attuare comportamenti per abbassare questi livelli di agitazione. Un ottimo modo per farlo è mostrare al nostro pet che torniamo presto. Da cuccioli, appena adottati, è essenziale, ad esempio, mostrare una gradualità di tempo nelle separazioni, uscendo e rientrando in casa più volte ad intervalli sempre più lunghi.
Lo si può fare anche da adulti, abbinando un segnale vocale che il cane associ alla nostra uscita, ma che possa collegare anche al nostro ritorno. Non sentiamoci stupidi se diciamo, in poche parole “ci vediamo dopo, sto uscendo” al pet. Non capirà il significato delle parole, certo, ma le assocerà ad un nostro comportamento: il mio umano esce ma poi torna.
Il cane, tuttavia, piange anche quando non è in forma. Se notiamo vocalizzi anomali e frequenti, è possibile che stia mostrando un disturbo fisico che va indagato con una visita dal veterinario.
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