Il coronavirus in Spagna blocca anche la Corrida
Il Coronavirus in Spagna potrebbe mettere fine alla corrida.
La pandemia da coronavirus in Spagna potrebbe mettere la parola “fine” a una delle tradizioni più contestate e crudeli del Paese, ovvero la Corrida.
Con grande speranza da parte di chi ha a cuore il benessere degli animali, la quarantena e il blocco delle attività causati dalla pandemia potrebbero giocare un ruolo molto importante. Questo perché, rispettando la distanza di sicurezza prevista al fine di contenere la diffusione del virus, non si avrebbero sufficienti guadagni.
Se da un lato questa ha il profumo di una buona notizia, dall’altro sembra però che i tori che sono stati sottratti al crudele e triste destino della corrida siano ancora in pericolo, questo perchè, se lo Stato non aiuterà gli allevatori, potrebbero essere mandati al macello. Un trattamento, questo, che ci fa comprendere quanto siamo tristemente lontani dall’aver compreso che gli animali meritano rispetto, non importa a quale razza appartengano.
Abbiamo solo chiesto l’aiuto che tutti gli spettacoli culturali in Spagna e in Europa chiedono. I promotori organizzano gli eventi, ma in situazioni come quella di adesso le assicurazioni non rispondono,
ha spiegato Victorino Martin, dell’associazione degli allevatori, aggiungendo che quello della Corrida sarebbe l’unico “patrimonio culturale” che non riceve sussidi dai bilanci generali, che paga ingenti somme per l’affitto di locali statali e che non viene preso in considerazione dai media, nonostante – a sua detta – sarebbe il secondo spettacolo di massa nel paese.
Naturalmente a questa richiesta si contrappongono le voci degli animalisti, che sperano davvero che, se davvero la pandemia da coronavirus non ci ha insegnato ad amare gli animali, quantomeno possa condurre a una definitiva fine di questa pratica.
Lo spiegano i membri dell’associazione Anima Naturalis:
Come in Spagna in tutto il mondo gli aiuti pubblici e gli sforzi dei governi dovrebbero essere rivolti alla protezione della salute, del lavoro, allo sviluppo delle piccole imprese e del lavoro autonomo, ad aiutare le famiglie più vulnerabili e garantire i servizi essenziali. Che ovviamente non includono le corride. Anche se i tori finiranno ugualmente sacrificati, almeno nessuno trarrà utili dallo spettacolo di crudeltà.
Foto di LEEROY Agency da Pixabay
via | La Stampa