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Convulsioni nei cani: cause, sintomi e cosa fare

Che ne dite se parliamo di convulsioni nei cani? Ci concentreremo soprattutto su che cosa siano le convulsioni, sulle cause, sui sintomi e su che cosa fare in caso di crisi epilettiche.

Convulsioni nei cani: cause, sintomi e cosa fare

Prima di tutto anticipiamo subito che convulsione non è sinonimo di epilessia: l’epilessia, intesa come sindrome caratterizzata da convulsioni ricorrenti, ma non associate alla presenza di malattie progressive intracraniche è una delle cause più comuni di convulsione, ma sarebbe riduttivo dire che tutte le convulsioni siano provocate dall’epilessia.

Cause

Prima di parlare di cause di convulsioni nei cani, vediamo cosa sono. Le convulsioni sono scariche elettriche improvvise, incontrollate e transitorie che partono dai neuroni dell’encefalo e che provocano perdita o alterazione della coscienza, alterazione della tonicità muscolare, defecazione e minzione del tutto involontaria.

Le cause di convulsioni nei cani sono:

Cause extracraniche

  • Tossine
  • Avvelenamento (stricnina, metaldeide, idrocarburi clorurati, organo fosfati, piombo, glicole etilenico)
  • Ipoglicemia
  • Epatopatie
  • Ipocalcemia
  • Alterazioni elettrolitiche
  • Iperlipoproteinemia
  • Uremia terminale

Cause intracraniche

  • Idrocefalo
  • Lissencefalia
  • Tumori
  • Processi infiammatori (anche il cimurro)
  • Meningoencefalite granulomatosa
  • Encefalomielite del carlino
  • Vasculopatie (emorragie, infarti)
  • Epilessia acquisita
  • Malattia da accumulo lisosomiale

Epilessia idiopatica

Sintomi

I sintomi di una crisi convulsiva normalmente durano 1-5 minuti, anche se al proprietario sembrano passare ore. Non è una facezia il detto secondo il quale il proprietario non fa in tempo a prendere il telefono per contattare il veterinario ed avvisarlo della crisi, che questa è già passata. Normalmente prima di una crisi convulsiva il cane appare stranito, stordito, disorientato. Poi inizia la crisi convulsiva vera e propria, di solito cade su un lato, si irrigidisce tutto e iniziano i tremori, si tratta di contrazioni tonico-cloniche.

Durante la crisi convulsiva il cane non è cosciente, perde saliva, urina e feci. Poi la crisi passa, il cane torna in piedi più o meno velocemente. Ci sono cani che dieci minuti dopo la fine della crisi è come se non avessero avuto nulla, altri che possono rimanere ciechi anche per tutta la giornata. Inoltre non è detto che tutti questi sintomi si manifestino nella stessa crisi: ci sono cani che si limitano ad irrigidirsi, altri che tremano solamente. In umana si parla di Grande male quando si ha la convulsione vera e propria e di Piccolo male quando si hanno le crisi di assenza, che nel cane si manifestano fissando nel vuoto o che va a mettere la testa in un angolo. In un cane possiamo avere tutti i sintomi sopra descritti o solo alcuni, più o meno intensi.

Cosa fare

Cosa può fare un proprietario durante una crisi convulsiva? Prima di tutto cosa non deve fare: non deve mettere le mani in bocca al cane per tirargli fuori la lingua. Esiste questa simpatica leggenda metropolitana, tratta dalla medicina umana, secondo la quale bisogna tirare fuori la lingua del cane perché non se la morda. Il problema è che se fate questo, rischiate di rimetterci un dito o la mano: il cane non è cosciente, se morde a causa della contrazione tonico-clonica involontaria dei muscoli, rischiate veramente di perdere la mano.

Quello che potete fare è togliere di torno al cane tutte le cose appuntite; se sbatte la testa violentemente contro terra, potete mettergli un cuscino sotto; potete abbassare le luci in modo da agevolare la fine della crisi. Di sicuro non dovete entrare in ansia, non dovete gridare, urlare, continuare a dire “Oddio, poverino, poverino”. Prima di tutto non è produttivo e non serve a nulla, poi bisogna creare un ambiente calmo e non pieno di urla e di agitazione.

Se potete, filmate la crisi, in modo che il vostro veterinario possa vederla. Non stupitevi se il veterinario vi dirà di non portargli il cane nel bel mezzo della crisi epilettica: si rischia di prolungarla. Vi dirà di portarlo solo se il cane entra in stato epilettico, quindi con crisi ripetute, perché in questo caso dovrà sedarlo e attendere che la crisi passi. E non serve neanche a granché vedere un cane dopo la crisi: di sicuro non si potranno fare esami, perché le contrazioni muscolari li avranno alterati tutti. E il cane apparirà normale.

E’ possibile che in un secondo momento, lontani dalla crisi, il veterinario vi proponga tutta una serie di esami per cercare di capire quale sia la causa, ma non stupitevi se gli esami risulteranno tutti normali e non si riuscirà a risalire alla causa: a questo punto, escluse tutte le cause extracraniche e intracraniche, si potrà parlare di epilessia idiopatica. A seconda della frequenza delle crisi, il veterinario metterà il cane sotto terapia con gli appositi farmaci anticonvulsivanti: se le crisi sono molto distanziate e leggere, potrebbe non prescrivervi nulla, anche perché questi farmaci sono abbastanza pesanti per il fegato e una volta iniziati non possono essere interrotti, pena la riacutizzazione delle crisi. Quello che potrebbe spiegarvi è come usare degli appositi farmaci per via intrarettale da utilizzare esclusivamente se la crisi non si risolve in pochi minuti.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | Jeff_ro

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