Come comunicare con il nostro coniglio
E' facile comunicare con un animale che non "parla"?
Moltissime persone si “lamentano” del fatto che il coniglio sia un animale silenzioso, per questo motivo è molto più difficile da capire. Vero, verissimo: il coniglio non miagola, non abbaia e per questi motivi in pochi sono in grado di capirlo.
Prima di tutto bisogna entrare nell’ordine di idee che il coniglio è una preda: vive quindi comunque sempre sull’attenti, per verificare che non ci siano pericoli. I conigli più fiduciosi si avvicinano spontaneamente, mentre i più fifoni tendono a nascondersi là dove ci sia un riparo o un posto che considerano sicuro.
Il primo passo per approcciarsi all’animale è sedersi a terra e aspettare. Il coniglio spinto da curiosità piano piano si avvicinerà e verrà a conoscerci. Ci sono molti modi di comunicare: allunghiamo la mano e accarezziamogli la testolina. Il coniglio non deve annusarvi al mano: non è un cane! Il contatto deve essere delicato, ci vuole pazienza: il coniglio si fa comunque capire, infatti se ringhia è segno di fastidio/paura, se invece fa un delicato movimento coi dentini significa che gli fa piacere ricevere le carezze.
Tanti sbagliano, chiamando il coniglio come si fa con un gatto, o sgridandolo quando trovano una pipì a terra. Non parliamo poi di pacche sul culotto o simili: il coniglio non capisce tutto questo. Se vi sente urlare si spaventa e basta, inoltre non è assolutamente il modo corretto di far capire al coniglio le cose. SE e solo SE cogliete sul fatto il coniglietto mentre fa una marachella potete dirgli un secco no-o-o (prolungato). Mentre se fa le cose giuste, ad esempio pipì e palline in lettiera, potete dare un rinforzo positivo (un premietto come un’uvetta): in questo modo comprenderà di aver fatto al cosa giusta e sarà spinto a ripeterla.