
Non posso fingere indifferenza o distacco da questa notizia. Spero potrete perdonare l’eventuale enfasi nel post ma sono, finalmente, soddisfatto di una sentenza. Un uomo di Genova è stato condannato dalla Corte di Cassazione a dover pagare settemila euro di multa per aver ucciso, con una carabina, uno dei gatti della sua vicina di casa. Nel suo piccolo, la cifra è quantomeno importante, superiore a quella media stabilita in altre sentenze similari a questa, ed è stata giustificata dal fatto che, in questo caso, non si possono applicare le attenuanti generiche.
Il tutto è descritto in maniera molto tecnica nella sentenza n. 44422 della Cassazione Penale pubblicata il 4 novembre, tanto tecnicamente che non vorrei entrare nei dettagli per evitare errori o fraintendimenti lessicali ma voglio comunque arrivare un punto molto importante di questa storia: a questo signore è stata comminata solamente una multa e non è stata applicata una pena in base all’articolo 544 – bis del Codice penale, che punisce con il carcere (fino a quattro anni) chiunque cagioni la morte di un animale per crudeltà o senza necessità. Suppongo, ma potrei sbagliarmi, che non sia stato dato il carcere perché questo signore voleva spaventare i gatti e non ucciderli.
Su questo, poi possiamo dire tutto e il contrario di tutto. Se i gatti ti danno fastidio puoi usare dei liquidi appositi inodore per gli uomini ma sgradevoli agli animali per insegnarli a non avvicinarsi al tuo balcone o cercare altri metodi non violenti. Usare una carabina non è sicuramente la cosa giusta né tantomeno intelligente e, proprio per questo, settemila euro sono comunque troppo pochi per i danni che sono stati fatti. Voi cosa ne pensate?
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Via| Sportello dei diritti
Foto|Flickr