Come leggere una ricetta veterinaria
Che ne dite di andare a scoprire come leggere una ricetta veterinaria? Potrebbe sembrare scontato, ma non lo è. Spesso vengono fatte terapie sbagliate per colpa di un’errata interpretazione della ricetta e ciò va a discapito della salute del nostro pet da compagnia. Diciamo che non c’è molta differenza fra una ricetta veterinaria e una ricetta medica.
Tuttavia l’estrema variabilità di peso che c’è nel mondo animale, fa sì che spesso i veterinari debbano indicare dosaggi frazionati che mandano in tilt chi ha beatamente scordato tutte le nozioni in materia di frazioni imparate a scuola. Ecco dunque che metterò le domande che vengono poste con maggior frequenza ai veterinari riguardo la prescrizione di ricette, con ovviamente la risposta conseguente.
E non pensiate che la colpa sia sempre del veterinario: è vero che la categoria dei medici scrive in maniera terribile, ma per ovviare a questo molti veterinari hanno preso l’abitudine di scrivere in stampatello o di stampare le ricette, per cui in questo caso la pessima calligrafia non c’entra nulla.
Un’ultima precisazione: se avete un dubbio, anche minimo, chiamate il vostro veterinario prima di somministrare il farmaco. Non il farmacista, il veterinario che vi ha fatto la prescrizione: in questo caso meglio una conferma in più che la somministrazione errata di un farmaco.
Mi ha detto che mi scriveva un farmaco, ma qui ce ne sono due
Una ricetta medica è composta da due parti. Il primo rigo è la ‘prescrizione’, preceduta dalle lettere Pr (che significa ‘prendi’) o R (dal latino ‘recipe’): qui viene indicato il nome del farmaco prescritto, la forma farmaceutica (se è una compressa, una capsula o uno sciroppo per esempio) e il tipo di confezione che il farmacista è tenuto a consegnare (per esempio il dosaggio).
Il secondo rigo è l’ ‘istruzione’, preceduta dalla lettera S (sta per ‘segnatura’): qui viene indicato il dosaggio, la via di somministrazione, la modalità di somministrazione, la frequenza di assunzione e la durata del trattamento.
Facciamo un esempio pratico, prendiamo ad esempio un classico antibiotico, la nostra ricetta sarà:
Pr/ Synulox cpr 250 mg
S/ ¼ di compressa ogni 12 ore per 10 giorni (oppure: un quarto di compressa mattino e sera per dieci giorni, è equivalente)
Che si legge così: devi comprare il Synulox in compresse da 250 milligrammi e dare al tuo pet un quarto di compressa ogni 12 ore (mattino e sera) per dieci giorni di trattamento.
Cosa vuol dire ogni 12 ore?
La giornata è composta da 24 ore. Assumere un farmaco ad un determinato dosaggio ogni 12 ore significa far passare 12 ore fra una dose e l’altra. La scelta dell’orario è a discrezione del proprietario, a seconda della propria comodità: possono essere le 8 del mattino e le 8 di sera, le 9 del mattino e le 9 di sera e via dicendo.
Piccolo corollario: fermo restando che soprattutto in caso di antibiotici bisogna essere il più regolari possibili nella somministrazione, può capitare a tutti di sgarrare un pochino. Basta solo non esagerare: se il cane deve prendere la compressa alle 8 del mattino e alle 8 di sera e gliela do magari alle 7 o alle 9 del mattino, non capita nulla. Ma se al posto di darla alle 8, gliela somministro magari verso le 2-3 del pomeriggio, significa che al mattino è rimasto scoperto per troppe ore, mentre alla sera ci sarà una doppia somministrazione troppo ravvicinata.
Spesso in umana si usano delle sigle:
- SID = Semel in Die (somministrazione un’unica volta al giorno)
- BID = Bis in Die (somministrazione due volte al giorno, equivalente a ogni 12 ore o a mattino e sera)
- TER = Ter in Die (somministrazione tre volte al giorno)
In veterinaria non si usano tanto, più che altro perché già così la confusione è alta, se aggiungiamo anche queste sigle è la fine. Però se siete curiosi, sono equivalenti le formule:
S/ mezza compressa BID
e
Cosa vuol dire mattino e sera?
Visto che i numeri spesso non piacciono, talvolta può capitare che il veterinario al posto di scrivere ‘ogni 12 ore’ potrebbe indicare ‘mattino e sera’, significa la stessa cosa: 8 del mattino, 8 di sera; 9 del mattino, 9 di sera e via dicendo.
Può capitare che magari la prima somministrazione del farmaco venga fatta dal veterinario, magari a metà pomeriggio, orario scomodo per voi. Qui semplicemente conviene giorno per giorno anticipare la somministrazione di 1-2 ore fino ad arrivare all’orario da voi preferito.
Cosa vuol dire un quarto? Tre quarti?
Le frazioni, gioie e dolori. In medicina umana è più semplice: spesso i dosaggi sono standard, quindi non c’è bisogno di suddividere le compresse. Cani e gatti invece hanno un tal variabilità di taglia, che praticamente sempre sei costretto a dividere le compresse in frazioni. In realtà a scuola le studiamo tutti le frazioni, però spesso cadono nel dimenticatoio.
Ecco dunque che ho preparato un disegno con una compressa tonda e una ovale, in cui sono rappresentate le frazioni in cui un veterinario potrebbe richiedervi di suddividere una compressa: un quarto (1/4), mezza (1/2), tre quarti (3/4) e la terribile una compressa più un quarto (1 + 1/4). A proposito di quest’ultima, se il medico vi scrive:
S/ una compressa + ¼ ogni 12 ore
Significa che ogni 12 ore dovete una compressa più un quarto, ovvero una compressa più un quarto al mattino e una compressa più un quarto alla sera. Spesso la confusione nasce dal fatto che si pensa di dover dare una compressa al mattino e un quarto alla sera, ma in questo caso il rigo diventa:
S/ una compressa al mattino e ¼ di compressa alla sera
Vista la differenza?
Come faccio a suddividere una capsula?
Le capsule non sono complicatissime da suddividere. Non è possibile farlo con tutti i farmaci, perché per esempio se la capsula è gastroresistente vuol dire che il contenuto in polvere deve arrivare intatto nell’intestino, ma altre non lo sono, la capsula in queste serve solo come contenitore. Qui, semplicemente, prendete la capsula, la aprite su un tovagliolo o su pezzo di carta alluminio, rovesciate la polvere e suddividete il mucchietto a seconda quando vi ha spiegato il veterinario.
Invece di dare mezza compressa 2 volte al giorno, posso darne 1 intera una volta al giorno?
Ragioniamo: perché il veterinario dovrebbe inguaiarvi la vita? Non è lì per quello. Se vi ha scritto di dare mezza compressa al mattino e mezza compressa alla sera c’è una motivazione valida, non lo fa apposta: significa che quel farmaco agisce nel sangue per sole 12 ore, poi finisce il suo effetto. Se al posto di dare mezza compressa ogni 12 ore gliene dai una intera un’unica volta, vuol dire che non solo per 12 ore il cane sarà privo dell’effetto del farmaco, ma che per le prime 12 avrai dato un dosaggio doppio. Con tutte le conseguenze del caso.
C’era scritto 10 giorni, ma dopo 2 stava meglio e ho interrotto la terapia
Mai, mai interrompere la terapia di propria iniziativa senza prima consultare il veterinario. Anche qui esiste un motivo ben preciso se il veterinario ha scritto una determinata durata, non importa che il cane migliori dopo due giorni, se fate così è probabile che stiate creando un fertile terreno per delle recidive.
Prendiamo il caso degli antibiotici: anche in umana c’è il vizio di prenderli in fase acuta, un giorno o due, poi si migliora e si sospende. Questo è il modo migliore per creare resistenze batteriche: in due giorni non riesci ad uccidere al 100% tutti i batteri, ne uccidi un po’, ma quelli che rimangono si abitueranno all’antibiotico e la volta dopo la terapia non funzionerà più. Stesso discorso per chi decide di sospendere l’antibiotico a scalare: non si fa, si creano resistenze batteriche così, il farmaco che si interrompe a scalare è il cortisone. E invece paradossalmente molti proprietari decidono di interrompere il cortisone di colpo, non seguendo la terapia a scalare segnata dal veterinario: diamo il benvenuto al diabete mellito iatrogeno.
Altra considerazione: i dosaggi dei farmaci e la durata del trattamento per cani e gatti sono diversi da quelli per gli umani. Non vi allarmate se si va avanti con un antibiotico per 15-20 giorni: stiamo parlando di animali, non di umani, la farmacologia è diversa. E visto che il veterinario ha studiato appositamente per questo, magari gli diamo un pochino più di credito, no?
Durata del trattamento
Normalmente il veterinario vi segna una certa durata di trattamento. Possono essere 10-15 giorni, 30-60 giorni: ciò significa che dovete fare la terapia per il tempo prescritto. Quando siete verso gli ultimi giorni di trattamento, dovreste tornare dal veterinario (salvo accordi diversi) e valutare insieme come proseguire. Non sospendete e andate al controllo dopo una settimana: se magari la terapia andava proseguita, dopo una settimana di sospensione magari dovete ricominciare da capo o usando altri farmaci.
Se il veterinario non vi scrive una determinata durata, è probabile che intenda un trattamento a vita. La maggior parte dei veterinari in questi casi usa le seguenti indicazioni: a vita, continuativamente oppure fino a nuova prescrizione. Significano tutte e tre che devi andare avanti a vita. E’ il caso per esempio di terapie cardiache: queste vanno fatte a vita normalmente, salva diversa indicazione del veterinario, non cadete nella trappola del ‘Il cane sta meglio, sospendo’, questo farà precipitare nuovamente la situazione, specie in caso di patologie cardiache.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Foto | Mizuo_fiat – The Italian Voice – Malex.org – Conanil – Jgoge – Pmarkham – Vmos