Come accarezzare un gatto
Ecco i consigli della scienza su come accarezzare un gatto senza farlo arrabbiare.
Domanda per gattofili: come accarezzare un gatto? Se è vero che a molti gatti piacciono le coccole, è altrettanto vero che ci sono gatti che o non amano essere toccati o non ci sono abituati. Quando si accarezza un gatto ci sono tanti fattori da tenere in considerazione: la personalità del gatto e della persona, l’umore di entrambi in quel momento, le caratteristiche del gatto e dell’umano e anche le aree del corpo da toccare e quelle vietate. Accanto a questi fattori, poi, ce ne sono altri: ci sono gatti che diventano irrimediabilmente aggressivi quando vedono avvicinarsi una mano, altri che, invece, si fanno accarezzare solamente in determinati momenti e per specifiche motivazioni (vedi gatto che si fa coccolare solo fino a quando ottiene il cibo, poi se riprovi a toccarlo, ti graffia o morde).
Accarezzare un gatto: dove farlo e dove non farlo
E’ Lauren Robin Finka della Nottingham Trent University, esperta di comportamento, a spiegarci su The Conversation come accarezzare il gatto. L’importante, quando si accarezza un gatto, è fargli sempre sentire che è lui a controllare l’azione e fornirgli più scelte. E’ anche fondamentale osservare il comportamento, l’atteggiamento e la postura del gatto. Le coccole sono ben accette quando:
- la coda viene tenuta in verticale
- il gatto fa le fusa (attenzione, però: non sempre il gatto che fa le fusa è felice di vedervi)
- la sua postura è rilassata
- le orecchie sono dritte e rivolte in avanti
- non ha il pelo ritto
- non rimane passivo, ma se ci fermiamo, ci dà dei colpetti con la testa
Le coccole, invece, non sono gradite quando:
- allontana la testa
- non fa le fusa
- è passivo
- la cute è contratta
- il pelo è ritto e increspato, soprattutto sulla schiena
- la coda si muove a scatti, nervosamente
- le orecchie sono rivolte all’indietro o, peggio, appiattite sul cranio
Ci sono poi anche delle zone che i gatti preferiscono farsi toccare, come la base delle orecchie, sotto il mento o le guance. Evitare, invece, di toccare la pancia, la schiena e anche la base della coda.
Via | Il Secolo XIX
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