Il collare elisabettiano: alcune curiosità
Perché il collare elisabettiano si chiama così? Alcune curiosità su questo strano (ma utilissimo!) collare
Il collare elisabettiano è quel cono (solitamente di materiale plastico) che si fa indossare a cani e gatti (soprattutto, ma non solo: in rete ho trovato le indicazioni per realizzare in casa quelli per uccelli) per evitare che si lecchino ferite o piaghe che, invece, devono avere il tempo necessario per guarire. Si può usare anche per evitare che il nostro amico peloso si mordicchi o si gratti la testa o il collo, sempre in presenza di ferite o di altri problemi. Ne esistono di diversi tipi, anche rivestiti lungo i bordi per aumentare il comfort e con le chiusure in velcro per farli indossare più agevolmente a cani e gatti. Le dimensioni variano a seconda di chi lo deve indossare.
Il collare elisabettiano si chiama così in ricordo dell’epoca elisabettiana: sotto Elisabetta I (1558–1603), infatti, andavano di gran moda i collaroni plissettati che davano (forse) un aspetto solenne a chi li indossava. Certamente i nostri amici pelosi non sono solenni con quel collare al collo: possono strappare qualche sorriso per via della goffaggine, ma si vede proprio che se potessero ne farebbero a meno.
Troviamo il collare elisabettiano nel film Up, della Pixar: viene chiamato Cono della Vergogna e lo si usa come pubblica umiliazione per il cane che fa qualche cosa che non deve fare (lo deve indossare anche il mitico Dug perché si è fatto sfuggire il raro uccello Kevin). Anche in Monsters & Co. si ricorre all’uso del collare elisabettiano: il mostro George Sanderson, infatti, lo deve indossare dopo che è stato rasato completamente e decontaminato (era entrato in contatto con gli umani!). Infine, troviamo il collare di Elisabetta anche nella serie cartoon Phineas e Ferb: Perry l’ornitorinco (Agente P. quando è in missione) è costretto a indossarne uno, che gli impedisce di svolgere la sua missione.
Foto | Doc Searls