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Colangioepatite nel gatto: cause, sintomi e terapia

Oggi andremo a parlare di una malattia molto diffusa nei gatti, la colangioepatite, andando a vedere cause, sintomi, diagnosi e terapia.

Colangioepatite nel gatto: cause, sintomi e terapia

Una delle malattie che riscontriamo più di frequente nei nostri gatti è la colangioepatite. Si tratta in pratica di un’infiammazione delle vie biliari, con coinvolgimento di cistifellea e del tessuto epatico. Fa parte della cosiddetta triadite del gatto, insieme ad IBD e pancreatite cronica. Purtroppo è una malattia subdola: durante le prime fasi dà pochissimi sintomi, fra l’altro anche abbastanza aspecifici, ma man mano che prosegue, ecco che i sintomi si fanno via via più gravi, fino a portare anche a morte il gatto.

Cause

Ci sono diversi tipi di colangioepatite, ognuna con le sue cause ben specifiche:

Colangioepatite suppurativa (carattere acuto, sintomi veloci e gravi)

  • Infezione batterica a partenza dal tratto intestinale che risale lungo il coledoco, talvolta associata a malattie batteriche intestinali e pancreatite
  • Infezione tramite il sangue (Salmonellosi, Toxoplasmosi, FIP)

Colangioepatite non suppurativa (carattere cronico, sintomi lenti e subdoli, forse immunomediata)

  • Idiopatica
  • Calcoli biliari
  • Colecistite (ovvero infiammazione della cistifellea)
  • Pancreatite
  • Ostruzione biliare extraepatica
  • IBD
  • Nefrite cronica
  • Cirrosi biliare

Sintomi e diagnosi

Per quanto riguarda i sintomi della colangioepatite nel gatto sono:

  • febbre
  • abbattimento intenso
  • anoressia
  • dimagramento
  • scialorrea
  • vomito
  • diarrea
  • ittero
  • ascite
  • encefalopatia epatica (con cecità e crisi convulsive)

Per quanto riguarda la diagnosi, bisogna prima di tutto fare una serie di esami ematologici completi, inclusi FIV/FeLV e FIP, esami delle urine, del liquido ascitico, ecografia addominale, ma purtroppo la diagnosi definitiva si ha solo con la biopsia epatica (solo se l’esame coagulativo lo consente, però, quando il fegato non funziona, infatti, non produce i fattori della coagulazione e il rischio di emorragia per una biopsia diventa troppo alto; inoltre spesso la biopsia si deve fare in sedazione e non è detto che un gatto itterico riesca a sopportarla un’anestesia).

Terapia

La terapia della colangioepatite prevede la fluidoterapia di supporto per correggere la disidratazione provocata dall’anoressia, dal vomito e dalla diarrea. Bisogna trattate poi tutti i sintomi e le malattie sottostanti, vedi le varie pancreatiti, IBD e l’encefalopatia epatica o la chirurgia in caso di calcoli. Se la colangioepatite è di tipo suppurativo, allora bisognerà procedere con terapia antibiotiche, mentre la terapia cortisonica o con immunomodulatori viene raccomandata per la forma non suppurativa.

Particolare attenzione bisogna prestare alla dieta, fornendo diete specifiche con ridotte proteine, ma di alta qualità, oltre a ricordarsi l’integrazione con vitamine. Considerate però che la prognosi in gatti che soffrono di colangioepatite è quanto mai imprevedibile: anche nonostante le terapie tempestive e appropriate alcuni potrebbero non farcela, soprattutto se già presente cirrosi. Nei gatti che sopravvivono bisognerà prestare particolare attenzione alla dieta, sono gatti che non possono permettersi variazioni o diete errate.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | Fihu

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