Clamidiosi gatto: sintomi dell’infezione da Chlamydia
Andiamo a vedere come si manifesta la Clamidiosi nel gatto, cioè l'infezione da Chlamydia.
Torniamo a parlare di Clamidiosi nel gatto, questa volta concentrandoci maggiormente sui sintomi. Le Clamidie sono batteri intracellulari obbligati, ci sono specie diverse a seconda dell’ospite. Nel gatto incontriamo solitamente la Chlamydia felis, tuttavia a volte vengono isolati anche altri ceppi come la Chlamydia psittaci. Impropriamente la Clamidiosi viene spesso chiamata anche polmonite del gatto, tuttavia la Chlamydia nei felini provoca solo di rado forme di polmonite, i sintomi sono altri.
Clamidiosi gatto: come si manifesta?
Come dicevamo, nonostante la Clamidiosi nei gatti venga chiamata anche polmonite del gatto, in realtà raramente i sintomi interessano i polmoni. E’ molto più frequente vedere sintomi legati a occhio e prime vie aeree. Tendenzialmente vengono colpiti dalla Clamidiosi gatti giovani, di età inferiore all’anno, ma superiori ai due mesi: prima, infatti, ci sono gli anticorpi materni che proteggono i gattini dall’infezione.
Per quanto riguarda la modalità di trasmissione, bisogna ricordarsi che la Chlamydia tende a sopravvivere poco nell’ambiente esterno. Questo vuol dire che la principali via di trasmissione è quella diretta, cioè tramite secrezioni di gatti malati. Qualcuno ha anche ipotizzato una forma di trasmissione per via sessuale, ma questa modalità deve essere ancora confermata. Parlando di tempo di incubazione, è abbastanza veloce: da 3 a 10 giorni. I sintomi di Chlamydiosi nel gatto sono:
- congiuntivite da sierosa a mucopurulenta
- arrossamento della congiuntiva (iperemia)
- edema delle palpebre (chemosi)
- follicolite della terza palpebra
- raramente cheratite, di solito quando c’è contemporaneamente un’infezione da Herpesvirus
- scolo nasale da sieroso a mucopurulento
- starnuti
Attenzione: solitamente il gatto con Chlamydia ha sia rinite che congiuntivite, quando c’è solo rinite è improbabile che sia Chlamydia. Altro dettaglio dei sintomi: tengono a peggiorare dal nono al tredicesimo giorno, poi si calmano nell’arco di 2-3 settimane. Occhio che nonostante le terapie i sintomi perdurano anche settimane, mentre le recidive sono frequenti. Inoltre i gatti che non sono stati tempestivamente curati tendono a rimanere portatori per mesi dopo l’inizio dell’infezione, contribuendo a trasmettere la malattia agli altri gatti conviventi.
Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
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