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Cistite da Corynebacterium urealyticum nel cane e gatto: fattori predisponenti

UTI nel cane e gatto da Corynebacterium: fattori predisponenti e sintomi di questa particolare forma di cistite.

Cistite da Corynebacterium urealyticum nel cane e gatto: fattori predisponenti

Fra i numerosi batteri che possono provocare infezione delle vie urinarie con cistite nei nostri animali da compagnia abbiamo anche il Corynebacterium urealyticum. Tale batterio può essere responsabile di UTI, cioè di Urinary Tract Infection o infezione delle vie urinarie in cani e gatti. Spesso il veterinario vi parlerà più semplicemente di cistite, ma in realtà la patologia è molto più vasta, motivo per cui si dovrebbe parlare in maniera più generica di UTI. Lo studio dal titolo “Clinical description of Corynebacterium urealyticum urinary tract infections in 11 dogs and 10cats”, Maurey C, et al. J Small Anim Pract. 2019 Apr;60(4):239-246 ha cercato di chiarire quali fossero i fattori predisponenti e i sintomi che potevano indicare la presenza di una cistite da Corynebacterium urealyticum nel cane e gatto

Cistite nel cane e nel gatto: i principali tipi

Cistite nel cane e gatto da Corynebacterium: fattori predisponenti e sintomi

Lo studio in questione è stato retrospettivo, quindi sono state esaminate le cartelle cliniche di cani e gatti con infezione delle vie urinarie provocata da Corynebacterium urealyticum. Dai dati è emerso che tutti i gatti erano stati cateterizzati prima della diagnosi di UTI da Corynebacterium e molti di essi erano anche stati sottoposti a intervento chirurgico. Nei cani, invece, come sintomi e sindromi erano stati segnalati:

  • incontinenza urinaria da patologie neurologiche
  • precedenti cateterismi
  • chirurgie delle vie urinarie
  • malattie del tratto urinario inferiore
  • malattie della prostata

La cosa curiosa è che in diversi pazienti, prima della diagnosi, era stato fatto anche un esame colturale delle urine, il quale però era stato negativo. Interessanti anche i reperti a livello dell’esame delle urine:

  • pH basico, superiore spesso a 8
  • piuria
  • cristalluria con struvite

Inoltre in molti pazienti era presente una forma di quella che viene definita cistite incrostata: si tratta, in pratica, della presenza di placche vescicali. Risultati sconfortanti li si aveva anche delle colture: quasi tutti i batteri si sono dimostrati resistenti a minimo 3 classi di antibiotici. Curiosamente, però, parecchie colture erano sensibili alle tetracicline. Non sono poi escluse complicanze più gravi, come la setticemia con esito infausto.

Cosa vuol dire?

In cani e gatti con patologie del tratto urinario, con urine alcaline e cristalli da struvite in caso di esame colturale negativo, bisognerebbe sospettare sempre la presenza di Corynebacterium urealyticum. Idem dicasi quando si vede, ecograficamente, una cistite incrostata. Il fatto è che spesso questi batteri sono resistenti ai più comuni antibiotici usati in veterinaria, quindi non è detto che anche facendo un antibiogramma (sperando sempre che non dia falsi negativi), si riesca a trovare un antibiotico risolutivo. Inoltre spesso questa infezione esita in morte per setticemia.

Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Via | Onlinelibrary.wiley

Foto di joy617 da Pixabay

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