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Cistite batterica nel cane e gatto: cause, sintomi e terapia

Approfondiamo il discorso della cistite batterica nel cane e gatto andando a vedere cause, sintomi, diagnosi e terapia.

Cistite batterica nel cane e gatto: cause, sintomi e terapia

Cistite batterica nel cane e gatto – Come promesso, oggi andiamo ad approfondire il discorso della cistite batterica nel cane e nel gatto. Fondamentalmente la cistite batterica si scatena quando si rompe l’equilibrio fra le difese dell’ospite (volume urinario congruo, svuotamento frequente e completo della vescica, urotelio non danneggiato, valvole uretrali funzionanti, normale produzione di anticorpi mucosali, pH urinario normale…) e l’aggressività dei batteri coinvolti. Normalmente in cani e gatti sono più frequenti le infezioni per via ascendente tramite l’uretra (da qui i batteri arrivano in vescica, poi negli ureteri e infine nel rene). Spesso è coinvolta anche la via iatrogena tramite cateterismo, mentre è rara la via ematogena.

Cistite batterica nel cane: cause e sintomi

Di solito i batteri coinvolti nelle cistiti batteriche sono di origine fecale. Le cistiti possono essere complicate o non complicate a seconda che ci siano problemi strutturali o funzionali come fattori predisponenti. Questo perché se tutti i meccanismi di difesa sono normali, per sviluppare una cistite batterica c’è bisogno di un’altissima carica infettante o di ceppi batterici molto aggressivi. Se invece ci sono difetti anatomici, disturbi nella minzione, danni all’urotelio, alterazioni della composizione delle urine, un sistema immunitaria deficitario (per esempio nella sindrome di Cushing), ecco che anche i batteri più deboli riescono a provocare infezione.

I sintomi di cistite batterica sono:

  • pollachiuria (emissione frequente di piccole quantità di urina)
  • disuria (emissione difficoltosa delle urine senza dolore)
  • stranguria (emissione difficoltosa delle urine con dolore)
  • ematuria (presenza di sangue nelle urine)
  • periuria (emissione di urine in zone non normali)
  • urine torbide e maleodoranti
  • infiammazione dell’area genitale e della cute circostante
  • alopecia
  • dolore alla palpazione addominale
  • vescica piccola e dolente, talvolta ispessita
  • febbre (soprattutto se c’è anche prostatite batterica)
  • malessere sistemico

Cistite batterica nel cane e gatto: diagnosi e terapia

Per quanto riguarda la diagnosi, se si ha il sospetto dopo un esame delle urine normali bisognerebbe fare un prelievo in sterilitità tramite cistocentesi per eseguire anche un’urocoltura con antibiogramma. Questo fermo restando che bisogna essere consapevoli che l’efficacia degli antibiotici in vitro può essere leggermente diversa dall’efficacia in vivo.

La cistite è non complicata di solito la prima volta nella quale si presenta. La durata delle terapie varia da 10-14 nelle femmine e nei maschi sterilizzati fino a un mese nei maschi non sterilizzati per via dei problemi di colonizzazione della prostata.

Se ci sono ricadute, di solito capitano qualche settimana dopo la sospensione della terapia e di norma si ripresentano sempre gli stessi batteri. Può succedere per vari motivi:

  • antibiotico non efficace
  • infezioni miste
  • errori nella somministrazione delle compresse
  • dosaggi sbagliati (assicuratevi sempre col veterinario di aver capito bene la dose prescritta)
  • interruzioni troppo precoci fatte dal proprietario
  • fenomeni di antibiotico-resistenza
  • infezione della prostata

Se la ricaduta si ha entro dieci giorni al massimo dall’ultimo antibiotico fatto o se la terapia è stata sospesa troppo presto (di solito da proprietari che ai primi cenni di miglioramento decidono di sospendere l’antibiotico provocando poi recidive) ecco che si può riusare lo stesso antibiotico, altrimenti tocca fare un’altra urocoltura e antibiogramma e modificare la terapia. L’urocultura va ripetuta poi di nuovo dopo 10 giorni per essere sicuri che il campione sia negativo. Se lo fosse, NON si sospende la terapia, ma essendo una recidiva la si continua per quattro settimane nelle femmine e per 6-8 settimane nei maschi.

Se invece si hanno nuovi sintomi dopo più di quattro settimane dalla sospensione dell’antibiotico, ecco che si parla di reinfezione, quindi probabile che si siano instaurati batteri diversi. Questo vuol dire nuova urocoltura e antibiogramma con terapia lunga almeno 6-8 settimane.

Se si hanno più di tre casi di cistite all’anno, è possibile che si sia di fronte a un caso di cistite complicata per cui vanno ricercati anche i fattori predisponenti responsabili del problema. Quando non si riesce a risalire a tali cause, si usa una terapia preventiva con la somministrazione di un terzo della dose di antibiotico alla sera dopo l’ultima minzione controllando mensilmente tramite urocoltura fino ad ottenere sei urocolture negative. Solo a quel punto questa terapia preventiva potrà essere sospesa. E se ci sono batteri multiresistenti? Qui sono guai, normalmente si attua una terapia sintomatica con FANS e integratori per cercare di ridurre il fastidio e ripristinare i meccanismi difensivi, poi si ripete l’urocoltura dopo 15 giorni e si valuta se il ripristino delle normali difese sia riuscito ad agire là dove ci siano batteri che non rispondono a nessun antibiotico.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | milkyfactory

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