Cheyletiella nel coniglio: cause, sintomi e terapia
Che ne dite se oggi andiamo a parlare di Cheyletiella nel coniglio? Si tratta di una parassitosi esterna molto comune e diffusa, andiamo a vedere cause, sintomi e terapia.
E’ importante saper riconoscere la Cheyletiella nei nostri conigli perché fondamentalmente si tratta comunque di una zoonosi. Obiettivamente devo dire che in tanti anni in cui ho maneggiato un coniglio affetto da Cheyletiella, non mi sono mai beccata niente, però è bene sapere che c’è la possibilità di contagio.
La Cheyletiella è anche nota come Walking Dandruff, ovvero la forfora che cammina. Si tratta di una parassitosi esterna che si presenta sotto forma di ammassi di scaglie biancastre, composti da miriadi di parassiti e che per questo motivo camminano nel pelo, dando l’illusione che la forfora si muova. Ora, non allarmatevi subito: non è detto che se il coniglio ha un paio di scagliette di forfora, queste siano necessariamente Cheyletiella, magari si tratta solo di una carenza vitaminica o di un po’ di polvere finita sul pelo mentre giocava. Però se volete stare tranquilli, magari fate un salto dal vostro veterinario che provvederà a chiarire la causa di quelle scagliette bianche.
Cause
La causa della Cheylettiellosi è l’acaro noto come Cheyletiella, acaro che fra l’altro possiamo trovare anche su cane e gatto. Di Cheyletiella esistono diverse specie. L’acaro è particolare se visto al microscopio ottico, ha un addome ringonfio abbastanza tipico, che ne permette l’immediata distinzione da tutti gli altri. Questo è molto importante dal punto di vista diagnostico: a volte uno semplice scotch test vi permette nel giro di pochi minuti di sapere subito che tipo di problema abbia il coniglio. E fatta la diagnosi, in questo caso, ecco pronta la terapia.
Sintomi
Prima di parlare di terapia, però, andiamo a vedere i sintomi di Cheyletiella nel coniglio. Abbiamo già detto della forfora che cammina, ma il problema è che spesso i conigli infestati da questo parassita manifestano pochi sintomi, quindi la malattia rimane per lungo tempo non diagnosticata. Anche se devo ammettere che di solito ho visto conigli con quantità spropositate di forfora sul pelo, bianchi da capo a piedi il che mi induce una riflessione: va bene se hai poche scaglie, ma quando tutto il tuo coniglio comincia a manifestare questi grumi di forfora, non ti viene il sospetto che ci sia qualcosa che non va prima che il coniglio si riempia del tutto?
Ma bando alle questioni filosofiche. Ecco i sintomi di coniglio con Cheyletiella:
- presenza eccessiva di forfora biancastra sul pelo
- forfora che sembra muoversi (e di fatto lo fa perché gli acari si muovono)
- prurito da moderato ad intenso
- pelle arrossata
- pelo che assume un aspetto unto
- perdita del pelo fino ad arrivare all’alopecia
Normalmente la Cheyletiella tende a localizzarzi soprattutto fra le scapole, subito dietro la nuca, ma se non viene diagnosticata in tempo, ecco che si estende a tutto il corpo. La diagnosi, come dicevo prima, si basa sull’evidenziazione del parassita mediante scotch test: si applica un pezzettino di normale scotch su un gruppo bello folto di forfora, gli acari rimangono appiccicati allo scotch, si mette il tutto sul vetrino e se si è fortunati ecco comparire al microscopio un bell’acaro grassoccio che vi saluta.
Terapia
La terapia segue la diagnosi. Una volta identificata la Cheyletiella come causa della forfora del nostro coniglio, ecco che il veterinario provvederà con delle apposite iniezioni di ivermectina a debellare il parassita. Anche qui evitate il fai-da-te: nel cane e nel gatto basta il Frontline ad eliminarla, ma ormai tutti i possessori di un coniglio dovrebbero sapere che il Frontline è tossico e letale per i conigli.
Per quanto riguarda l’uomo, la Cheyletiella si manifesta sotto forma di una dermatite pruriginosa con formazione di papule rossastre, ma normalmente, quando si provvede a curare il coniglio, ecco che la dermatite sparisce automaticamente anche nelle persone.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Foto | Vioeg 3