Charlie Hebdo, il giornale di satira che difendeva gli animali
Charlie Hebdo e il loro supporto alla causa animalista
Inutile stare a dilungarsi ulteriormente sull’assurda ed incredibile vicenda di Parigi. Non vogliamo, appositamente, entrare nel merito dei fatti di cronaca perché non siamo preparati a riguardo ed anche perché in queste ore si stanno dicendo tante, troppe cose, molte delle quali inutili o totalmente a sproposito e non vogliamo correre il rischio di finire nel calderone di tutti quelli che credono di poter esercitare la sacrosanta libertà di espressione senza aver prima usufruito abbondantemente della libertà di pensiero. Vogliamo solamente unirci al cordoglio di quella che è la stragrande maggioranza delle persone che vuole mantenere intatto il diritto di parola, indipendentemente da sesso, etnia, razza o religione.
Vogliamo unirci, inoltre, al cordoglio espresso da Paul Watson, capitano di Sea Shepard, l’associazione che combatte duramente la caccia alle balene, ai delfini e alle altre specie marine in pericolo. Watson sulla sua pagina Facebook ha voluto far sapere una parte che in molti ignoravano di Charlie Hedbo:
La perdita di Charlie Hebdo è anche un duro colpo per i diritti degli animali. Il movimento animalista ha perso quattro grandi e talentuosi attivisti con l’assassinio dei fumettisti John (Cabu) Cabut, Stéphane (Carb) Charbonnier, Bernard (Tignous) Verlhac e Georges Wolinski. Erano quattro delle 12 persone uccise nell’assalto terroristico alla sede della rivista Charlie Hebdo a Parigi.
Poi continua:
Charlie Hebdo è anche l’unico giornale francesi a condannare chiaramente corride, la riduzione in schiavitù di delfini e caccia grossa. La rivista inoltre ha un cartone animato settimanale in favore dei diritti degli animali.
Per quel poco che possiamo fare, oltre a farvi vedere quattro delle vignette dei disegnatori scomparsi, è che oggi anche noi dichiariamo senza paura Je Suis Charlie.