C’è un nuovo inquilino: consigli per chi adotta un micio in un gattile
La settimana scorsa è stata molto proficua: due gattini sono stati adottati da due miei diversi amici, e mi sono trovata a dare consigli. I gatti in questione venivano da situazioni difficili: entrambi “trovatelli”, uno con un problema a una zampa, un altro con un solo occhio. Non avrebbero avuto molte possibilità, se non fossero […]
La settimana scorsa è stata molto proficua: due gattini sono stati adottati da due miei diversi amici, e mi sono trovata a dare consigli. I gatti in questione venivano da situazioni difficili: entrambi “trovatelli”, uno con un problema a una zampa, un altro con un solo occhio. Non avrebbero avuto molte possibilità, se non fossero stati adottati: la gattina con un solo occhio, poi, aspettava in un gattile da un anno e mezzo. Capisco che questi possano essere casi estremi, ma è bene essere preparati, nel caso si decida di adottare gatti con storie più o meno traumatiche alle spalle.
Il gatto, soprattutto se non più cucciolo, ama poco i cambiamenti radicali; se questo gatto ha poi avuto brutte esperienze, la situazione si complica. In entrambe le adozioni, i padroni hanno fatto fatica a stabilire un rapporto col nuovo inquilino: la cosa fondamentale è non forzare mai l’animale. Anche se tenuto in un gattile modello, il micio avrà sofferto della mancanza di un territorio proprio: verosimilmente, farà pipì per marcare la nuova casa, appena prenderà un po’ di confidenza. Premunitevi: non è il caso di tenere la coperta all’uncinetto della nonna a portata di zampe.
Sebbene la tentazione di prendere in braccio il gattino possa essere forte, è meglio lasciarlo inizialmente nel trasportino (aperto, ovviamente), magari coperto con un telo, in un angolo tranquillo e con ciotole per cibo e acqua vicino, con la lettiera poco più in là.
Il gatto deve avere un posto dove rifugiarsi per sentirsi protetto e avere modo di “spiare” ciò che succede intorno a lui. Una volta che avrà acquistato più sicurezza e tranquillità, ciotole e lettiera potranno essere spostate nei luoghi più opportuni. Cercate di porgere lentamente la mano al gatto per farvi annusare, senza fare gesti o rumori improvvisi. All’inizio, il gatto potrebbe essere aggressivo e graffiare o soffiare, mettersi sulla difensiva e non gradire troppe attenzioni: lasciategli tempo. Dopo un po’ potreste provare a spazzolarlo con dolcezza, perchè solitamente è un gesto che associano alla madre, che li leccava.
Quando andate a letto, non pentitevi nemmeno per un attimo di aver lasciato solo il povero micio: approfitterà della vostra assenza per studiare ciò che lo circonda. L’importante è avere tanta pazienza, ed essere disposti a farsi studiare per diversi giorni. Se il nuovo inquilino si nasconde in posti inaccessibili, a meno che non ci sia pericolo per la sua incolumità, non cercate di farlo uscire, tanto meno utilizzando mezzi poco ortodossi come manici di scope!
Una gattina che trovammo anni fa, sporca e denutrita, ha vissuto due settimane dietro i vasi del mio terrazzo, prima di avvicinarsi. Ovviamente, più il gattino è piccolo più vi sarà facile instaurare un rapporto: i cuccioli (purtroppo, devo dire) sono molto meno guardinghi e più fiduciosi. I gatti adulti hanno presumibilmente più esperienza di esseri umani e se ne tengono alla larga. A voi il compito di farli ricredere!
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