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Cause di morte dei cani a Roma: i risultati di uno studio

Oggi voglio partire dai risultati di uno studio dedicato alle cause di morte dei cani nella provincia di Roma per effettuare poi qualche riflessione.

Cause di morte dei cani a Roma: i risultati di uno studio

Ho trovato un interessante studio, “Causes of death in dogs in the province of Rome (Italy)” Eleni C, Scholl F, Scaramozzino P. Vet Ital. 2014 Jun 30; 50 (2): 137-43, dove si parla in pratica delle cause principali di morte dei cani nella provincia di Roma. A partire da questo studio mi sono venute in mente un paio di considerazioni che ho deciso di condividere con voi, anche perché i risultati di questa ricerca sono stati abbastanza sorprendenti. Prima andremo a parlare proprio dei risultati e poi delle considerazioni da fare.

Ecco le principali cause di morte dei cani nella provincia di Roma

In questo caso si è trattato di uno studio retrospettivo che ha analizzato le autopsie di cani morti nella provincia di Roma, il tutto fatto per fornire nuovi dati per tutelare la salute pubblica. Sono state prese in esame le autopsie di 870 cani effetuate presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana durante il periodo che va dal 2003 al 2007. Tramite autopsia, esame anatomo-istopatologico e esami di laboratorio, ecco che veniva emessa la diagnosi finale, ovvero la causa della morte del cane.

Con grande sorpresa, la causa più frequente di morte nel cane erano le malattie infettive con il 23%, seguite poi dagli avvelenamenti con il 17% (la percentuale sale al 39% nei cani randagi). La morte causata da tumori invece non è stata molto frequente, solo il 7%, mentre nel 5% dei casi non si riusciva a stabilire la causa della morte. Ma non finisce qui: abbiamo visto che la principale causa di morte dei cani nella provincia di Roma sono le malattie infettive, ma anche in questo caso ci sono delle considerazioni da fare. Il 49% delle malattie infettive proveniva da allevamenti da riproduzione, con una prevalenza del 33% della Parvovirosi. In caso di avvelenamento, poi, i rodenticidi o anticoagulanti o veleni per topi rappresentano il 30% dei casi di intossicazione.

Ma ecco i risultati completi dello studio:

  1. morte per malattie infettive 23.4%
  2. morte per avvelenamenti 17.1%
  3. morte per infiammazioni di origine sconosciuta 14%
  4. morte per trauma 12.6%
  5. morte per dislocamento d’organo 9.1%
  6. morte per tumore 7.2%
  7. morte per cause sconosciute 5.4%
  8. morte per malattie cardiovascolari 4.8%
  9. morte per malattie degenerative 2.6%
  10. morte per altre cause 2.2%
  11. morte per una combinazione di diverse cause 0.9%
  12. morte per anomalie congenite 0.5%

Considerazioni varie ed eventuali

E’ con stupore che si nota come le malattie infettive siano la prima causa di morte dei cani della provincia di Roma, anche se dobbiamo fare una precisazione: principale causa di morte nei cani che hanno fatto un’autopsia ufficiale, probabilmente ci sono parecchi altri cani che sono morti di altro, ma che non hanno fatto l’autopsia.

Ma torniamo ai risultati di questo studio retrospettivo. Non solo la maggior parte dei cani della provincia di Roma è morta per cause infettive, ma la maggior parte di essi sono deceduti a seguito di Parvovirosi, una malattia per cui esiste un vaccino. E qui mi vengono in mente un paio di considerazioni. Se è vero che da un lato con l’arrivo dei cani dall’Est Europa in Italia hanno ripreso piede malattie virali che tramite i vaccini tenevamo sotto controllo, se è vero che ci sono alcuni ceppi virali così forti che neanche il vaccino ce la fa a proteggere i cani, è anche vero che la maggior parte dei cani che muoiono di Parvovirosi sono vittime di piani vaccinali fatti a casaccio da proprietari o allevatori senza l’intervento di un veterinario. Mi spiego meglio: spesso capita di vedere libretti vaccinali di cuccioli con fustelle di vaccini senza timbro del veterinario, con solo uno scarabocchio a fianco, magari con vaccini fatti in età sbagliata o a cani che già avevano qualche malattia in corso. Questo succede perché fare il vaccino non è solo fare un’iniezione come pensano in molti, ma è sapere quando lo puoi fare e quando non lo devi fare. Il risultato sono orde di cuccioli vaccinati alla cavolo, troppo presto o troppo tardi, con malattie già in atto che non sono state riconosciute da chi ha fatto il vaccino in quanto non veterinario e mancante delle conoscenze di base per effettuare un atto medico, con vaccini sbagliati, spesso scaduti e che magari non hanno mantenuto la catena del freddo, diventando di fatto inutili. Volete fare voi stessi un vaccino al cane? Beh, studiate cinque anni da veterinario e potete poi farlo con cognizione di causa. Magari se tutti facessimo un atto di umiltà e ci rendessimo conto che saper fare un’iniezione non vuol dire essere un medico avremmo potuto evitare che nella provincia di Roma la principale causa di morte fossero le malattie virali e la Parvovirosi.

Interessante anche il secondo posto del veleno per topi. Se è vero che spesso in campagna i cani riescono a trovarlo, se è vero che a volte vengono avvelenati intenzionalmente, personalmente la maggior parte dei cani che vedo arrivare avvelenati da rodenticidi lo ha preso da casa perché ha trovato il posto in cui il proprietario lo nasconde. La frase è sempre la stessa “L’ho nascosto benissimo, il cane non ci arriverà mai”… se avessi un euro per ogni volta che mi hanno detto questa cosa sarei ricchissima e se la frase fosse vera non ci sarebbero continuamente cani avvelenati da veleno per topi.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | bambe1964

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