Petsblog Cani Comportamento Cani Capire i movimenti della coda del cane: un solo linguaggio e tanti dialetti

Capire i movimenti della coda del cane: un solo linguaggio e tanti dialetti

La coda può fungere da indicatore di felicità, di socievolezza ma anche di ansia, di aggressività e di paura: non sempre, quindi, lo scodinzolio del cane indica felicità.

Capire i movimenti della coda del cane: un solo linguaggio e tanti dialetti

Il cane quando scodinzola è sempre felice ed amichevole? La letteratura scientifica sul comportamento dei cani si interroga da anni sul significato dei vari movimenti della coda. Ogni nuovo studio aggiunge un ulteriore tassello verso una migliore comprensione di questo tratto caratteristico dei cani, spesso sfatando alcune convinzioni comuni.

La coda può fungere da indicatore di felicità, di socievolezza ma anche di ansia, di aggressività e di paura. Quando è da solo il cane non scodinzola, dal momento che il movimento della coda ha una funzione sociale. Un messaggio che può essere rivolto ad altri cani, a noi umani piuttosto che ad altri animali o ad oggetti animati, come una tenda mossa dal vento ad esempio.

L’evoluzione ha fatto sì che i cani sviluppassero code sempre più visibili: dai colori della punta, in contrasto con il resto del mantello, alla peculiarità della forma, a cespuglio ad esempio. Quando si vuole interpretare il linguaggio della coda del cane, bisogna tenere conto della posizione (l’altezza più o meno elevata alla quale avviene il movimento); del moto, più o meno veloce e frenetico; del disegno che traccia la coda.

Le varie posizioni della coda del cane

Una coda in orizzontale rispetto al resto del corpo, tesa e rigida, indicherà tensione e nervosismo del cane. Il cane sta all’erta. Uno scodinzolìo ad altezza media e ad alta velocità indica eccitazione ed euforia. La coda bassa, tra le gambe, indica paura e sottomissione. Al contrario, una coda alta indica una presa di posizione improntata alla dominanza dell’ambiente circostante, come a dire: “Sono io il capo qui” o ancora, può veicolare un messaggio di avvertimento, intimando agli altri cani di non avvicinarsi e di fare molta attenzione a non invadere i suoi spazi.

La combinazione di questi segnali interpretativi, unita alle caratteristiche fisiche delle singole razze canine, ci restituisce una sorta di dialetto del cane. Ad esempio, una coda mantenuta alta mentre si muove freneticamente, coprendo un raggio molto breve, indica che il cane sta per scattare.

Coda a sinistra, coda a destra

coda cane

La coda del cane, inoltre, tende ad inclinarsi verso il lato destro del corpo quando il cane si sente al sicuro e prova sentimenti positivi verso qualcosa o qualcuno, ad esempio quando scodinzola in direzione del proprietario. Al contrario, l’orientamento è a sinistra quando il cane prova avversione e sentimenti di ostilità o diffidenza, come nel caso dell’incontro con uno sconosciuto.

La scoperta si deve ad uno studio pubblicato sull’autorevole rivista di divulgazione scientifica Current Biology. A condurre le ricerche il professor Giorgio Vallortigara, neuroscienziato dell’Università di Trieste, Angelo Quaranta e Marcello Siniscalchi, veterinari dell’Università di Bari.

Se vogliamo osservare questa propensione della coda, verso destra piuttosto che verso sinistra, nel nostro cane, sarà bene sapere che gli osservatori nell’esperimento erano posizionati dietro al cane. Bisogna dunque guardare nella stessa direzione verso cui è puntato lo sguardo del cane.

Ma cosa c’è dietro a questa tendenza? La spiegazione è nel cervello. L’emisfero cerebrale sinistro (anche in noi umani) è coinvolto nei sentimenti di serenità e benessere, mentre l’emisfero destro si attiva quando si è depressi, si ha paura o si scatenano reazioni di fuga che accelerano il battito cardiaco. E allora, vi chiederete, perché quando il cane si sente al sicuro muove la coda prevalentemente verso destra e non verso sinistra? Semplice, perché l’emisfero cerebrale sinistro controlla i movimenti della parte destra del corpo e viceversa.

Via | Current Biology; Psychology Today
Foto | Flickr; Psychology Today

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