Cani maltrattati nei laboratori per sperimentazioni nell’industria del tabacco
Gli animali sono ancora vittime della crudeltà dei test di ricerca sul tabacco. La denuncia arriva dalla Francia.
Certe volte la razza umana dimostra di non avere proprio nulla di umano. La dimostrazione possiamo averla quando ci imbattiamo in storie di ordinaria disumanità che riguardano non solo i nostri simili, ma anche gli animali.
Proprio alcune settimane fa l’associazione animalista 30 Millions d’Amis ha lanciato una denuncia che deve davvero far riflettere. I membri dell’associazione hanno infatti spiegato che ancora oggi, nonostante sia ormai ben chiaro quanto possa essere dannoso il fumo di sigaretta, vengono condotti degli esperimenti sugli animali per esaminare gli effetti del tabacco.
Inalazione continua di fumo, catrame di sigaretta applicato sulla pelle, elettrodi posizionati sui genitali … Nel mondo, oltre 2 milioni di animali – cani, gatti o roditori – sono utilizzati per valutare la tossicità delle sostanze presenti nel tabacco. In pratica, in un test di inalazione, gli animali sono costretti a respirare il fumo di sigaretta per sei ore consecutive, ogni giorno, per mesi o addirittura anni
fanno sapere i membri dell’associazione attraverso il loro sito, aggiungendo che in altri test il catrame di sigaretta viene applicato sulla pelle dei topi per provocare la crescita di tumori. Gli animalisti sottolineano che la validità scientifica di tali test è del tutto discutibile, e che alcuni paesi dell’Unione Europea, come Belgio, Estonia, Slovacchia e Regno Unito, hanno già vietato la sperimentazione animale per il tabacco.
La fondazione 30 Millions d’Amis invita la Commissione europea ad assumersi le proprie responsabilità nel proibire formalmente quegli esperimenti crudeli e inutili per i quali esistono metodi alternativi efficienti.
Foto da Facebook
via | 30millionsdamis.fr