La triste realtà dei cani in gabbia: quando il lockdown è per sempre
Cani in gabbia, per loro il lockdown è per sempre: l'azienda Barkyn ci spiega come vivono i cani in solitudine e cosa dovremmo fare
Cani in gabbia: molte persone si sono sentite così durante il periodo del lockdown. È così che si sentono quando, purtroppo, devono affrontare delle settimane di isolamento e quarantena. Senza relazioni sociali, senza un abbraccio, isolati dal mondo, costretti a vivere fra le stesse quattro mura. Quella che stiamo vivendo è una situazione nuova e senza dubbio stancante, stressante e triste.
Ora provate a immaginare come devono sentirsi tutti quegli animali che vivono davvero in gabbia. Non solo cani, ma anche conigli e altri animali che conducono una vita solitaria, chiusi nella loro “casa”, che spesso somiglia più a una prigione per loro. È a questi animali che Barkyn, azienda specializzata nel benessere alimentare per cani, dedica la sua attenzione.
In particolar modo vuole far comprendere quanto possa essere triste la vita di un cane costretto all’isolamento. Quella in gabbia è una vita fatta di solitudine, e lo stesso vale per ciò che devono subire i tanti animali legati a una catena, senza la possibilità di correre e giocare, senza ricevere amore.
Per far luce sulla situazione, Barkyn ha interrogato Barbara Ancede, medica veterinaria che ci spiega in che modo i cani soffrono la solitudine:
Dipende da ogni cane e dalle condizioni generali, ma le cinque libertà del benessere degli animali dovrebbero essere soddisfatte in ogni momento, anche quelli di solitudine.
Cani in gabbia: che fine fa il rispetto delle regole del benessere degli animali
Ma quali sono le libertà fondamentali per ogni animale? Eccole:
- Libertà dalla fame o dalla sete
- Libertà dal disagio
- Libertà da dolore, lesioni o malattie
- Libertà di esprimere un normale comportamento
- Libertà dalla paura e dall’angoscia.
Sappiamo che il cane può provare solitudine. Alcuni cani soffrono gravi casi di ansia da separazione, altri smettono di mangiare e giocare quando sono separati dalla loro famiglia, anche se hanno la compagnia di altre persone o animali. Così come per gli esseri umani, è diverso sentirsi soli perché il proprio padrone si è assentato temporaneamente oppure se n’è andato per sempre. Ad ogni modo, alcuni cani pensano che ogni volta che il proprio padrone se ne va, potrebbe non tornare più.
Alla luce di ciò, bisogna pensarci due, dieci, mille volte prima di lasciare un cane chiuso in gabbia o legato a una catena per ore, o anche per giorni. Il discorso vale anche per coloro che si assentano da casa per molte ore lasciando solo il cane. Alcuni quattrozampe provano infatti forte stress e paura quando sono soli in casa. In tal caso, l’esperta consiglia di consultare uno specialista in comportamento animale.
Nel caso in cui il vostro cane non dovesse soffrire particolarmente di solitudine, bisognerà comunque rispettare le cinque libertà elencate.
Cruciale la condizione che il cane abbia sempre a disposizione dell’acqua, un luogo sicuro dove possa rilassarsi e che in base all’ambiente in cui si trova abbia la possibilità di evacuare almeno ogni sei ore.
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