Cani e gatti nello stato di famiglia: la proposta arriva alla Camera
In Camera è arrivata la proposta per inserire cani e gatti nello stato di famiglia. Questa volta passerà?
Mercoledì passerà in Camera la proposta di legge di Michela Vittoria Brambilla (Forza ITalia) per far inserire cani e gatti nello stato di famiglia. Tale proposta ha come titolo “Disposizioni concernenti l’indicazione degli animali di affezione nelle certificazioni anagrafiche”: presentata a marzo 2018, a inizio legislatura, adesso arriva in commissione Giustizia. Ma cosa prevede esattamente questa proposta? E sarà veramente possibile inserire gli animali domestici nello stato di famiglia? Cosa comporterebbe questo per i proprietari?
Cosa succederebbe se gli animali fossero inseriti nello stato di famiglia?
Nella proposta di legge sono presenti due articoli:
- possibilità di inserire gli animali domestici registrati nelle anagrafi territoriali nello stato di famiglia
- possibilità che i dati relativi agli animali d’affezione vengano inseriti nello stato di famiglia all’interno del censimento Istat
Secondo quanto spiegato dalla deputata, riferendosi all’Eurispes 2018, quasi tre italiani su 10 hanno un animale domestico, così suddivisi:
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Più della metà del campione esaminato, poi, ammette di dormire insieme al proprio animale e di passare gran parte del tempo libere pensando al benessere del proprio animale. Inoltre il 46.2% dei proprietari di animali domestici rinuncia a uscire o fare dei viaggi pur di non lasciarlo da solo.
Michela Brambilla ha così spiegato: “C’è una mutata sensibilità nei confronti degli animali che da circa un terzo della popolazione sono considerati parte integrante della famiglia. Di qui deve partire il legislatore, anche tenendo conto di alcuni recenti pronunciamenti della magistratura, per adeguare le norme a questa mutata sensibilità sociale”.
Sarebbe bello se anche i nostri animali domestici entrassero a far parte dello stato di famiglia, tuttavia viene da chiedersi quali possano essere le conseguenze sui proprietari sul lungo periodo. Per esempio, pensiamo a chi abita in condominio e paga la bolletta dell’acqua in base al numero di persone presenti sullo stato di famiglia: inserendo nel medesimo i nostri animali domestici, verrebbero automaticamente conteggiati come persona in più, con bolletta che sale vertiginosamente? O ancora: anche la tassa sull’immondizia viene fatta pagare in base al numero di persone della famiglia (non solo in base ai metri quadri dell’abitazione), per cui aumenterebbe per la presenza degli animali?
Ma non solo: purtroppo molto spesso agli animali domestici vengono negate cure e esami necessari per la loro salute per un motivo economico, visto che non esiste una mutua per gli animali e visto che in Italia non c’è ancora la cultura di affidarsi alle assicurazioni per animali. Nel caso un animale domestico venisse inserito nello stato di famiglia, diventando di fatto un membro del nucleo famigliare, decidere di negargli le cure con la motivazione economica potrebbe avere delle conseguenze? Lo status giuridico dell’animale cambierebbe? Bisogna considerare anche tutti questi dettagli.
E ancora: inserendo gli animali nello stato di famiglia, facendoli diventare membri della famiglia, lo Stato potrebbe ancora considerarli beni di lusso con IVA al 22% (per ora) o finalmente si deciderebbero a non considerarli più come beni di lusso?
Via | Dire
Foto | Pixabay