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Cani, gatti e uso degli ansiolitici: qualche considerazione

Oggi parliamo di cani, gatti e uso indiscriminato e incontrollato degli ansiolitici da parte dei proprietari: qualche considerazione.

Cani, gatti e uso degli ansiolitici: qualche considerazione

Cani, gatti e ansiolitici – L’idea di questo articolo mi è venuto a seguito di numerose e-mail e di richieste ambulatoriali di proprietari con cani e gatti con problemi comportamentali che come sempre cercano di scegliere la via di risoluzione facile e comoda e vogliono farsi prescrivere farmaci ansiolitici. Anzi, peggio: che arrivano lamentando problemi comportamentali vecchi di mesi o anni e vogliono che tu risolva in due minuti una cattiva educazione e gestione di una vita magari dicendoti anche che di testa loro hanno già dato l’ansiolitico o il farmaco tranquillante che tanto usa la loro vecchia nonna per dormire e che stranamente sul cane e sul gatto non hanno fatto effetto. Ma va?

Cani, gatti e l’uso indiscriminato dell’ansiolitico

Ora, partiamo dal presupposto che in medicina comportamentale veterinaria in taluni casi l’uso di ansiolitici e psicofarmaci è previsto. Non sono una comportamentalista, quindi non mi dilungherò sulla questione, ma il punto cardine è che in questi casi il cane o il gatto è seguito da un veterinario comportamentalista che magari decide di somministrare questi farmaci per rendere più ricettivo il pet al processo di rieducazione abbinato ai farmaci. Questo è il punto: i problemi comportamentali di cani e gatti non si curano dando la pillolina magica di tranquillante, quella cura il sintomo o rende più ricettivo l’animale, ma se non gli si abbina un programma di rieducazione e correzione non servirà a nulla.

Ah, giusto, ma rieducare il cane o il gatto è un lavoro che implica mesi di dedizione e di esercizi, conditi da un bel po’ di frustrazione, quindi meglio dare la pillolina così poi posso dedicare quell’oretta al giorno in cui avrei dovuto cercare di rieducare il cane a fare shopping o chiacchierare con gli amici.

Ecco, non funziona così. Curare un problema comportamentale del cane vuol dire rieducare lui e rieducare il proprietario, vuol dire spenderci tempo, vuol dire a volte spenderci soldi. Da questo non si scappa. Purtroppo molte persone pensano che dando un ansiolitico il problema magicamente sparisca da solo, questo probabilmente anche perché in umana fanno così: ho un problema che mi genera ansia, frustrazione, depressione? Perché affrontare il problema e cercare di risolverlo quando posso imbottirmi di farmaci ansiolitici che mi annebbiano il cervello? Secondo voi questo è affrontare e risolvere i problemi o solo mascherarli? Visto che in un umana si fa così (“Sei depressa cara? Aspetta, mia zia prendeva queste pillole per dormire, provale anche tu”), si prendono tranquillanti e ansiolitici come se fossero caramelle Zigulì, ecco che spesso i proprietari fanno la stessa cosa anche con i loro pet, imbottendoli di farmaci potenzialmente dannosi e non facendo assolutamente nulla per accettare e risolvere il vero problema di base del pet.

Cani e gatti: non date ansiolitici e tranquillanti a casaccio

Non avete idea di quante volte arrivino in ambulatorio cani apatici, abbattuti, a volte che non riescono neanche a stare in piedi da soli, che non si capisce assolutamente cosa possano avere (quindi inizi a ipotizzare le malattie più strane, imposti iter diagnostici completi…) e poi a furia di fare domande, al ventesimo tentativo scopri che al cane è stato dato del Tavor o affini perché sa, “Quando non sono in casa abbaia troppo, così gli ho dato quello per farlo stare tranquillo, tanto mica gli fa male, no?”. No, figurati, diamo farmaci a casaccio a cani e gatti, poi disperiamoci quando muoiono a causa di questi farmaci e facciamo la solita faccia da “Dottore, ma perché è morto, è stata colpa mia?”. Dovremmo avere il coraggio in questi casi di dire “Sì, il cane è morto per colpa tua perché gli hai dato un farmaco che non dovevi dargli”. Vogliamo parlare di cani anziani, cardiopatici, con patologie epatiche o renali a cui sono stati somministrati tali farmaci senza controllo veterinario? E poi arrivano collassati o già defunti in ambulatorio?

Ansiolitici, tranquillanti e psicofarmaci hanno non solo effetti collaterali gravi in cani e gatti se non gestiti correttamente e sotto controllo veterinario, ma a volte alcuni farmaci provocano anche fenomeni di dipendenza: alcune molecole non possono essere date e tolte dopo una settimana perché non funzionano. Non funzionano perché il pet non ha bisogno di quel farmaco, perché non c’è una concomitante terapia rieducativa e soprattutto il problema peggiora perché questi farmaci per essere tolti hanno bisogno di uno svezzamento graduale.

Un ultimo punto da considerare: prima di dare questi farmaci senza controllo veterinario, chiedetevi perché li state dando. Li somministrate perché state pensando al benessere e alla salute del cane o perché voi non sopportate l’effetto che il disturbo comportamentale ha su di voi o sulla casa? State pensando al benessere del cane e del gatto o al vostro benessere?

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | ziggyspix

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