Cane che non vuole stare da solo in casa: cause e cosa fare
Ci sono parecchi cani che non vogliono stare da soli in casa e che rischiano di sviluppare forme di ansia da separazione. Ecco le principali cause e cosa fare.
Cane che non vuole stare da solo in casa? Capita spesso che i proprietari di cani si lamentino che il proprio cane non ne vuole assolutamente sapere di stare a casa da solo. Appena il cane viene lasciato da solo, ecco che comincia ad abbaiare disperatamente e in maniera continua, si agita, fino ad arrivare ai cani che soffrono di ansia da separazione conclamata, con distruzione della casa e rilascio di feci e urine. Ecco che allora oggi andremo a vedere le principali cause e cosa fare se il cane non vuole stare da solo a casa.
Perché il cane non vuole stare da solo a casa?
Saper riconoscere questo problema comportamentale ed educativo fin dagli esordi è importante: se vi riconoscete in una di queste situazioni, allora avete già individuato il problema, siete consci di averne uno e quindi dovete, per forza di cose, modificare il piano educativo e gestionale del cane. Questo perché, con il sistema usato finora, il cane ha sviluppato questo problema, quindi vuol dire che c’è qualcosa da cambiare nella gestione del cane.
Sono diversi i motivi per cui il cane non vuole stare in casa da solo e comincia ad abbaiare, sporcare in giro, distruggere tutto quello che gli capita a tiro e camminare avanti e indietro di continuo:
- noia
- ansia
- disagio
Quello che succede è che il cane non ha imparato a gestire correttamente il distacco dai propri umani e quindi entra in uno stato di disagio e ansia che manifesta con gli atteggiamenti descritti prima. I casi più estremi sono quelli in cui il cane manifesta questo disagio anche quando il proprietario è in casa: andare in un’altra stanza con il cane che non riesce più a vederci, potrebbe scatenare i comportamenti.
Cosa fare per evitare che il cane abbai quando è da solo?
La prima cosa da fare è prendere coscienza del fatto che c’è un problema comportamentale/educativo di base, problema che va interpretato dal punto di vista canina e non attribuendogli solamente comportamenti umani (il cane che si annoia, il cane che mi fa i dispetti…). La seconda cosa da fare è rendersi conto che non esiste il rimedio, il consiglio veloce per risolvere in due giorni una situazione che magari si è strutturata nel corso di anni.
La cosa migliore da fare sarebbe prevenire: questo significa rendersi conto, fin da quando il cane è un cucciolo, che è un cane, non un piccolo essere umano e quindi trattarlo come un cane. Questo alla base di questi problemi spesso ci sono delle sindromi da iperattaccamento: quando era cucciolo non abbiamo insegnato al cane a essere indipendente, non gli abbiamo insegnato il corretto distacco e quindi il cane adesso non è in grado di gestire la solitudine. Tralascio i motivi per cui questo distacco non viene insegnato: a volte si tratta di inesperienza, a volte si tratta di consapevolezza, nel sapere che si sta sbagliando, ma perdurare nel comportamento perché avere un cane che dipende in tutto e per tutto da noi ci autogratifica e non vogliamo perdere questa sensazione.
Se ormai la situazione si è strutturata, bisogna contattare un veterinario comportamentalista/educatore cinofilo che imposterà un piano rieducativo-cognitivo volto a fornire al cane quel senso di sicurezza e autonomia che noi non siamo riusciti a insegnargli. Nell’attesa, evitate di rinforzare involontariamente i comportamenti negativi: non premiate con coccole o parole le manifestazioni di iper eccitazione, quindi il cane che abbaia o che fa feste eccessive quando tornate a casa. In questi casi il cane va ignorato fino a quando non si calma.
Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
Foto | Pixabay